Prima gli early user, che a prescindere dall’età si dimostrano maggiormente propensi alle novità che l’innovazione propone grazie alla loro cultura informatica ed alla loro propensione ai vantaggi che le novità apportano a livello sistemico. Poi arrivano i millennial (senza scomodare le ultimissime generazioni, che in termini di capacità di spesa sono ancora limitate), infine gli altri. I “boomer”, volendo, o “senior”, in base al punto di vista. Coloro i quali, di età superiore ai 50 anni, son pronti a far propria una tecnologia che si è rivelata ormai diffusa, matura ed affidabile. L’arrivo del profilo senior sui nuovi strumenti di digital banking è certificato dai dati rivelati da N26, secondo cui rispetto al periodo pre-pandemia è cambiato completamente l’orizzonte degli utenti che bussano alla porta dei servizi online. Secondo i dati N26, oggi un utente su cinque ha più di 50 anni: i margini di crescita sono ancora ampi, insomma, ma la strada per costruire il giusto rapporto è stata intrapresa.
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