La Regione Emilia-Romagna ha lanciato un’iniziativa innovativa nell’ambito del progetto Com.Tem (Comunicazione, Tecnologia ed Empowerment), con l’obiettivo di potenziare l’inclusione femminile all’interno delle città intelligenti: si tratta della mappa digitale delle donne. Questo strumento nasce per raccogliere e analizzare dati relativi alla presenza e al ruolo delle donne negli ambiti digitali e tecnologici urbani, contribuendo a orientare le politiche pubbliche verso una maggiore equità di genere nelle smart city.
L’idea alla base è semplice ma ambiziosa: monitorare e valorizzare la partecipazione femminile in settori strategici come l’innovazione, l’accesso alle tecnologie, la gestione urbana e il processo decisionale, colmando i divari esistenti. La mappa, infatti, permette di individuare con precisione le aree in cui la presenza delle donne è ancora debole, facilitando interventi mirati e politiche più inclusive.
Nel contesto delle smart city, dove la digitalizzazione sta trasformando profondamente le dinamiche urbane, garantire pari accesso alle tecnologie non è più un’opzione ma una necessità. Le città del futuro devono essere progettate anche dal punto di vista della diversità, affinché nessun gruppo sociale resti escluso. Con questa iniziativa, la Regione Emilia-Romagna punta a far sì che le donne non siano solo destinatarie dei cambiamenti, ma protagoniste attive del processo di trasformazione, così come si legge su corrierecomunicazioni.it.
Il progetto si sviluppa in cinque fasi principali, che guidano il processo dalla co-progettazione alla sostenibilità nel tempo. In una prima fase si coinvolgono gli attori locali – associazioni, enti del terzo settore, centri civici – per definire gli obiettivi, raccogliere i bisogni attraverso sondaggi e incontri, e istituire un tavolo di lavoro partecipato. In seguito, si passa alla mappatura dei vissuti femminili nello spazio urbano, analizzando temi come sicurezza, cura, accessibilità e desiderio attraverso laboratori sul territorio.
La terza fase riguarda la creazione vera e propria della mappa digitale su una piattaforma collaborativa (FirstLife), dove vengono caricati i dati raccolti, rendendo il sistema aggiornabile e fruibile nel tempo. Dopo la costruzione della mappa, il progetto prevede una fase di restituzione pubblica per condividere i risultati con cittadini e istituzioni, promuovendo trasparenza e partecipazione. Infine, si lavora per garantire la durabilità del progetto, attraverso fondi regionali, nazionali o europei che permettano di mantenere vivo il coinvolgimento e l’aggiornamento della mappa.
Uno degli aspetti più rilevanti è che la mappa non è solo uno strumento informativo, ma un mezzo per stimolare l’azione e il cambiamento. Non si limita a “fotografare” la situazione, ma mira a influenzare concretamente le politiche pubbliche, rendendole più sensibili alle esigenze femminili e più attente all’equilibrio tra generi.
Il progetto Com.Tem rappresenta anche un modello replicabile: altre regioni italiane potranno ispirarsi a questa esperienza per creare reti di buone pratiche legate all’inclusione digitale femminile. La Regione Emilia-Romagna dimostra così che lo sviluppo tecnologico può e deve essere accompagnato da una riflessione culturale e sociale, capace di affrontare le diseguaglianze strutturali ancora presenti nel tessuto urbano.