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Intervento del Presidente dell’OAM, Francesco Alfonso alla I edizione di Leadership Forum PMI

11 Giugno 2025
in News
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Intervento del Presidente dell’OAM, Francesco Alfonso alla I edizione di Leadership Forum PMI
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Nel contesto di un mercato del credito in continua evoluzione, caratterizzato da profonde trasformazioni economiche, normative e tecnologiche, l’OAM rinnova il proprio impegno al fianco degli operatori del settore, ponendosi come interlocutore attento, proattivo e responsabile. La dichiarazione, pronunciata dal presidente dell’OAM, Francesco Alfonso, in occasione di un importante momento di confronto promosso dagli attori del mercato, rappresenta non solo un saluto istituzionale, ma soprattutto un’occasione per ribadire l’importanza del dialogo tra l’Organismo e i propri vigilati.

Attraverso dati, analisi e prospettive, si intende evidenziare il ruolo sempre più centrale che gli intermediari del credito possono svolgere nell’attuale contesto economico, con uno sguardo rivolto sia alle criticità da affrontare che alle opportunità da cogliere. L’intervento si inserisce inoltre nel percorso di rafforzamento istituzionale dell’OAM, in vista del recepimento della seconda Direttiva sul credito al consumo, che segnerà un passaggio fondamentale per la definizione delle responsabilità e delle funzioni future dell’Organismo.

Di seguito l’intervento integrale del presidente dell’OAM, Francesco Alfonso:

“Buongiorno a tutti. Ringrazio Marcella Frati e Enrico Pollino per l’invito a questo appuntamento che rappresenta un importante momento di confronto per il mercato. Il mio sarà un saluto istituzionale ma voglio innanzitutto evidenziare come ai lavori di oggi l’OAM sarà presente ‘in forze’: più tardi un nostro giovane economista dell’Ufficio Studi farà il punto, insieme a Marcella, sul ruolo degli intermediari del credito nel settore corporate. Nel pomeriggio il Direttore Generale Luchetti indicherà lo stato dell’arte dell’attesissimo recepimento della seconda Direttiva sul credito al consumo cui è collegata la Riforma del dlg. 141 che interessa direttamente l’Organismo e gli intermediari del credito. E infine, alla tavola rotonda conclusiva su “l’Intermediazione del Credito nella CCDII: Nuove Opportunità Distributive e Nuove Incompatibilità Professionali” parteciperà l’Avvocato Benincasa, membro del nostro Comitato di Gestione.

Credo che questa presenza ‘in forze’ non sia casuale. Rappresenta invece l’intenzione dell’Organismo di implementare i momenti d’incontro con gli operatori con l’obiettivo di favorire la circolazione delle idee e della conoscenza. L’approfondimento delle dinamiche di mercato e delle esigenze e potenzialità dei nostri vigilati rientra tra i compiti impliciti dell’Organismo: solo la conoscenza può infatti portare a una vigilanza attenta e intelligente, mirata a tutelare la concorrenza e i consumatori.

È in quest’ottica che, ad esempio, l’Organismo, in collaborazione con Prometeia, ha redatto quest’anno il secondo Rapporto sugli intermediari del credito che, come sappiamo, conferma la centralità di Agenti e Mediatori nell’industria dei finanziamenti, con il comparto della cessione del V presidiato dai primi (intermediano circa il 70% di questo prodotto) e quello dei mutui presidiato dai secondi (distribuiscono circa il 30% dei finanziamenti per l’acquisto di immobili).

Come ascolterete più tardi, sul fronte dei finanziamenti al settore corporate le elaborazioni fatte dal nostro Ufficio Studi mostrano comunque una crescita, nel tempo, del ruolo degli intermediari del credito e individuano nuovi orizzonti di sviluppo del business legati alla ristrutturazione in atto nel sistema bancario.

Oggi però siamo qui anche per ascoltare i problemi che i nostri vigilati affrontano sul campo. Siamo del resto tutti consapevoli che non ci aspettano mesi facili. Come ha detto il Governatore della Banca d’Italia nelle Considerazioni finali di quest’anno, dobbiamo prepararci “a navigare in acque incerte”: gli annunci e i contro-annunci del Presidente degli Stati Uniti sui dazi non solo creano incertezze sui mercati finanziari ma rischiano di avere un impatto consistente sulla crescita mondiale e anche su quella del nostro Paese.

Sul fronte dei tassi d’interesse, e cito ancora Panetta, “lo spazio per ulteriori riduzioni si è naturalmente assottigliato a seguito dei tagli già effettuati”. Nonostante questo spazio ristretto la Bce, la scorsa settimana, ha deciso una nuova riduzione di 0,25 punti base dei tassi di riferimento, grazie a un andamento dell’inflazione che si attesta attualmente intorno all’obiettivo del 2% a medio termine perseguito dal Consiglio Direttivo della Banca Centrale Europea.

Quanto al futuro, la Banca Centrale, proprio alla luce delle incognite internazionali, intende navigare a vista. Come spiegato con chiarezza nel comunicato finale “soprattutto nelle attuali condizioni caratterizzate da eccezionale incertezza, l’orientamento di politica monetaria adeguato sarà definito seguendo un approccio guidato dai dati, in base al quale le decisioni vengono adottate di volta in volta a ogni riunione”. In sostanza è impossibile delineare scenari previsivi sul futuro andamento dei tassi.

Possiamo però guardare a quanto successo lo scorso anno e nei primi mesi di quest’anno. I dati di Banca d’Italia indicano che lo scorso anno, sicuramente grazie alla riduzione del costo del credito, le nuove erogazioni di mutui per l’acquisto di abitazioni sono salite a oltre 44 miliardi, da 41 nel 2023. Ed è cresciuto a ritmo sostenuto anche il credito al consumo (5,6%), nonostante il suo costo elevato (10,1% a dicembre), che resta superiore di quasi 2 punti a quello dell’area Euro. La crescita è proseguita anche nel primo trimestre 2025, anche a fronte del deterioramento del clima di fiducia delle famiglie.

Il quadro è sostanzialmente diverso per quel che concerne i finanziamenti alle imprese: sempre secondo le analisi della Banca d’Italia nel 2024 è proseguita, sia pur con minore intensità, la flessione dei prestiti in questo comparto. La contrazione dei prestiti è però dovuta principalmente alla debolezza della domanda di finanziamento da parte delle aziende. Non c’è stato infatti un particolare inasprimento delle condizioni di offerta da parte delle banche. I sondaggi presso le aziende in forma societaria mostrano anzi come la quota di società di capitale che segnalano difficoltà di accesso al credito è in calo in tutti i settori e per tutte le classi dimensionali.

Specularmente negli ultimi anni l’autofinanziamento è aumentato più degli investimenti, anche per le aziende minori, riducendo progressivamente – fino ad annullarlo – il fabbisogno di risorse esterne.

Il tema del finanziamento alle imprese minori resta comunque essenziale perché, cito ancora una volta Panetta, “un’adeguata disponibilità di credito è essenziale per sostenere gli investimenti e favorire la ripresa produttiva soprattutto per le aziende più piccole, che incontrano maggiori difficoltà di accesso a fonti alternative di finanziamento”.

Anche in questo caso ci aiutano a inquadrare il problema i dati contenuti nella Relazione Annuale della Banca d’Italia: l’indagine trimestrale 2025 sul credito bancario nell’area dell’Euro (Bank Lending Survey, BLS), sottolinea come sull’andamento della domanda di finanziamenti in Italia hanno influito le minori esigenze di credito per investimenti e il più ampio ricorso all’autofinanziamento, oltre all’alto livello dei tassi di interesse osservato nella prima parte dell’anno.

La contrazione del credito, e questo è il punto sul quale ci dobbiamo soffermare, è stata più intensa per le piccole imprese: le banche partecipanti alla survey hanno infatti indicato di aver mantenuto moderatamente restrittive le politiche di offerta per le aziende di minore dimensione, a fronte di un lieve allentamento per le grandi.

Anche l’indagine condotta dall’Istat sulla fiducia delle imprese manifatturiere ha rilevato che le difficoltà di accesso al credito per le piccole società non si sono attenuate negli ultimi nove mesi del 2024.

Il calo dei prestiti alle aziende di piccole dimensioni è in realtà una tendenza iniziata dopo la crisi dei debiti sovrani, solo temporaneamente interrotta durante la pandemia per effetto della forte crescita del fabbisogno di finanziamento e delle ampie misure di sostegno finanziario fornite dallo Stato. Questa dinamica riflette, secondo la Banca d’Italia, in parte un calo della domanda, in parte una riduzione del numero di queste società.

Se si vanno però a studiare le singole imprese emerge che, a parità di domanda di credito, le politiche di offerta sono state più prudenti verso le piccole aziende, tipicamente più rischiose e meno trasparenti e per le quali i costi fissi di finanziamento sono elevati rispetto al volume delle operazioni.

Altre analisi mostrano che l’adozione da parte degli intermediari di tecniche di intelligenza artificiale migliora la loro capacità di monitoraggio e amplia l’offerta di credito alle imprese piccole e innovative, contribuendo a mitigare le asimmetrie informative che caratterizzano i rapporti con queste aziende.

Credo che questi dati ci confermino che gli intermediari del credito possono svolgere un ruolo importante da un lato per ‘colmare’ le asimmetrie informative citate dalla Banca d’Italia; dall’altro per aiutare le aziende con una guida ‘consulenziale’ ad accedere al credito, garantendone la sostenibilità.

Al di là degli andamenti del 2024 è comunque innegabile che ci sia un nuovo e incerto contesto economico all’interno del quale dovrà collocarsi la vostra capacità di fare business. E c’è un nuovo contesto istituzionale che impegna tutti noi a maggiori responsabilità.

Mi riferisco all’ormai prossimo recepimento della II Direttiva sul credito al consumo che chiamerà il nostro settore a rivolgere la massima attenzione alle esigenze del consumatore e alla prevenzione del sovra indebitamento.

Il testo del disegno di legge delega che sarà approvato dalla Camera è, come si dice in gergo, ‘blindato’ e non subirà dunque modifiche rispetto a quello licenziato dal Senato. Dunque possiamo dare per definitivo il riconoscimento formale del ruolo di Authority dell’Organismo.

Si tratta di una sfida che intendiamo cogliere al meglio, rafforzando la nostra azione e rendendola sempre più efficace ed efficiente. Per questo ci siamo dati un piano strategico triennale che punta alla realizzazione di cinque obiettivi che riteniamo fondamentali: tutela del consumatore e del mercato; formazione, informazione e ricerca; potenziamento dell’attività di vigilanza; digitalizzazione, innovazione e automazione; consolidamento dell’organizzazione e valorizzazione delle persone.

Incontri come quello odierno entrano a pieno titolo nell’obiettivo di “formazione, informazione e ricerca” perché costituisce un’occasione per uno scambio di conoscenze ed esperienze che, sono convinto, arricchirà tutti noi. Ringrazio ancora EMF Group per l’invito e vi auguro buon lavoro”.

Tags: edizioniforumfrancesco alfonsointerventileadershipLeadership Forum PMIoampiccole medie impresepmipresidente oam
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