Nel 2024, il ruolo internazionale dell’euro è rimasto stabile: continua a essere la seconda valuta più importante al mondo, dopo il dollaro Usa. Tuttavia, nelle riserve ufficiali globali delle banche centrali, l’euro ha perso terreno rispetto all’oro, che è salito al secondo posto come asset di riserva più rilevante.
Secondo il rapporto annuale della Banca Centrale Europea (BCE) sul ruolo internazionale dell’euro, la quota dell’euro nelle riserve globali si è attestata intorno al 16%, mentre l’oro ha raggiunto il 20%, un livello molto elevato che non si vedeva dai tempi dell’era Bretton Woods. Il dollaro statunitense rimane al primo posto con una quota del 46%.
La BCE ha spiegato che questo aumento della domanda di oro da parte delle banche centrali è stato innescato principalmente dall’invasione russa dell’Ucraina nel 2022. Da quel momento, molte banche centrali hanno iniziato ad accumulare oro in modo record, sia per diversificare le proprie riserve, sia per proteggersi dai rischi geopolitici, come guerre, sanzioni o instabilità economica.
Un sondaggio del World Gold Council ha confermato che queste scelte sono guidate anche da un crescente sospetto verso le valute tradizionali, in particolare da parte delle economie emergenti. In particolare, Turchia, India e Cina sono risultate i maggiori acquirenti, avendo acquistato insieme oltre 600 tonnellate di oro dalla fine del 2021.
In parallelo, la BCE osserva che, sebbene non ci siano cambiamenti drastici nell’uso internazionale dell’euro, si notano nuove pressioni sul suo ruolo globale. Tra queste, l’istituzione cita:
- il crescente peso degli allineamenti geopolitici, che influenzano le valute usate negli scambi commerciali internazionali
- l’interesse per alternative ai tradizionali sistemi di pagamento internazionali, spesso legati al dollaro o all’euro
- la diffusione delle criptovalute come strumenti di pagamento o riserva di valore, che potrebbero in futuro intaccare l’influenza delle valute ufficiali come l’euro