Sempre più spesso le automobili di nuova generazione, in particolare quelle elettriche e le city car scelte dai giovani, vengono messe in commercio senza una vera autoradio. Al posto della classica possibilità di sintonizzarsi su una frequenza FM o DAB, troviamo semplicemente porte USB o schermi che consentono di collegare smartphone e ascoltare musica tramite app e piattaforme digitali. Questo cambiamento apparentemente tecnico nasconde in realtà un problema più profondo: l’esclusione graduale della radio tradizionale dall’esperienza quotidiana di guida.
A sollevare la questione è stato Massimiliano Capitanio, commissario dell’Agcom, intervenuto ai microfoni di RTL 102.5. Secondo Capitanio, la radio non può essere ridotta a un semplice mezzo d’intrattenimento. È, invece, uno strumento essenziale per l’informazione pubblica e un punto di riferimento democratico, soprattutto per chi si sposta spesso in auto. La preoccupazione nasce dal fatto che, se le auto non sono più dotate di sistemi per ricevere segnali radio tradizionali, si rischia di tagliare fuori milioni di cittadini da un canale informativo accessibile, gratuito e affidabile.
Non si tratta solo di grandi marchi automobilistici: anche i produttori di vetture più piccole, spesso destinate ai giovani, stanno seguendo questa tendenza, eliminando completamente la radio a favore di connessioni USB che richiedono uno smartphone e una connessione a internet per accedere a contenuti audio. Così facendo, molte emittenti locali, comunitarie o indipendenti, che non sono presenti sulle piattaforme digitali, vengono di fatto escluse, riducendo la varietà delle voci presenti nel panorama informativo, così come si legge su agi.it.
Capitanio ha sottolineato che l’Agcom ha sempre appoggiato lo sviluppo del sistema DAB, non senza difficoltà, e riconosce che in Italia ci sono segnali positivi: il digitale radiofonico sta crescendo, in particolare nel settore automobilistico. Tuttavia, rispetto a Paesi come il Regno Unito, dove la radio digitale è ormai largamente diffusa, in Italia c’è ancora molto da fare. Il rischio, secondo l’Agcom, è che l’auto – che storicamente è uno degli ambienti principali in cui si ascolta la radio – perda questa funzione. E se un giovane acquista un’auto nuova senza autoradio, non potrà accedere a buona parte dell’offerta radiofonica, con un danno non solo per lui, ma per tutto il sistema dell’informazione.
La radio, spiega Capitanio, non è solo uno strumento utile in tempi normali, ma è fondamentale anche in situazioni d’emergenza. Le reti FM, infatti, continuerebbero a funzionare anche se altri sistemi di comunicazione dovessero andare in crisi, come può succedere durante disastri naturali o blackout. Per questo motivo, l’Agcom ha già segnalato la questione al Governo, chiedendo che venga tutelato l’accesso alla radio tradizionale anche nei veicoli di nuova generazione.
Infine, Capitanio ha fatto riferimento anche al settore televisivo. Proprio in queste settimane, infatti, grazie a un aggiornamento software, sui televisori comparirà una nuova icona ben visibile che permetterà agli utenti di accedere direttamente alle trasmissioni del digitale terrestre e, allo stesso tempo, anche ai canali radiofonici. Un passo pensato per rendere la radio ancora più facilmente raggiungibile anche da casa, favorendo così l’inclusione di tutti nell’universo dell’informazione gratuita e pluralista.