Le famiglie italiane detengono complessivamente risparmi pari a 2.211 miliardi di euro, che corrispondono a circa 37.525 euro a persona. Questo dato è frutto di uno studio realizzato da Fabi e Withub, basato su informazioni fornite dalla Banca d’Italia e dall’Istat, e presentato durante un evento dedicato all’investimento dei risparmi europei nelle imprese del continente.
Di questa somma totale, circa 1.131 miliardi di euro sono depositati in conti correnti o depositi bancari, mentre 1.079 miliardi sono investiti in strumenti finanziari come azioni, fondi comuni e titoli vari.
Lo studio mette in luce anche una distribuzione geografica dei risparmi in Italia. Per quanto riguarda il denaro depositato nelle banche, la provincia con il valore più alto per abitante è Bolzano, con quasi 30mila euro, seguita da Milano e Piacenza. Le province con il minor ammontare di depositi pro-capite si trovano prevalentemente nel Sud, con Siracusa, Trapani e Crotone nelle ultime posizioni, dove il valore è inferiore a 12mila euro.
Se, invece, si considera il totale del patrimonio finanziario, cioè somma di depositi più investimenti, la provincia con la media più elevata è Milano con oltre 71mila euro per abitante, seguita da Biella e Modena. Le province con il valore più basso in questa classifica sono Catania, Trapani, Siracusa, Ragusa e Crotone, tutte con un valore inferiore a 17mila euro a testa.
Analizzando solo gli investimenti in titoli e fondi, si registra una crescita significativa in tutta Italia, con un aumento vicino al 40% rispetto al 2022, soprattutto nelle regioni meridionali, così come riporta l’agenzia di stampa Ansa.
Estendendo lo sguardo all’Europa, il continente dispone di una quantità enorme di risparmi, stimata in 9,5 trilioni di euro, cioè circa tre volte superiore rispetto agli Stati Uniti. Inoltre, il tasso di risparmio europeo è molto più alto, pari al 15% nel 2024, contro il 5% negli Usa. Tuttavia, gran parte di questi fondi viene impiegata in modo molto prudente, e una parte consistente degli investimenti europei viene indirizzata verso il mercato americano piuttosto che rimanere all’interno dell’Unione.