Nel mese di aprile, la massa monetaria M3 dell’Eurozona ha registrato un’accelerazione, con una crescita annualizzata pari al 3,9%, in aumento rispetto al +3,6% rilevato a marzo e superiore alle attese degli analisti, che si aspettavano un incremento del 3,7%. Lo ha comunicato la Banca Centrale Europea (BCE), che monitora regolarmente questo indicatore come uno dei pilastri fondamentali della propria politica monetaria.
La massa monetaria M3 rappresenta un aggregato ampio della liquidità presente nel sistema economico. Si ottiene a partire da M1, che include il denaro contante e i depositi a vista, e da M2, che aggiunge a M1 i depositi con scadenza fino a due anni o rimborsabili con preavviso fino a tre mesi. A M2 si sommano poi strumenti finanziari a breve termine come i pronti contro termine, i titoli del mercato monetario e le obbligazioni con scadenza fino a due anni, per ottenere M3. Questo aggregato fornisce quindi una misura complessiva della quantità di moneta disponibile nell’economia, ed è osservato con attenzione dalla BCE perché può offrire indicazioni sui futuri sviluppi dell’inflazione e sulla dinamica economica complessiva, così come riporta Borsa Italiana.
Parallelamente, si è registrata una crescita dei prestiti al settore privato, con una dinamica positiva sia per le famiglie che per le imprese. In particolare, i prestiti alle famiglie sono aumentati dell’1,9% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente, in accelerazione rispetto al +1,7% di marzo e oltre le previsioni del consensus (+1,8%). Anche i prestiti concessi alle imprese non finanziarie hanno mostrato un’espansione significativa, salendo del 2,6% rispetto al +2,3% del mese precedente.
Questi dati suggeriscono che il credito bancario nell’area euro sta mostrando segnali di ripresa, con un aumento dell’attività di prestito che potrebbe indicare un maggiore ottimismo da parte di famiglie e aziende. La combinazione tra l’espansione della massa monetaria e la crescita dei prestiti potrebbe riflettersi positivamente sull’economia reale, ma rappresenta anche un elemento di attenzione per la BCE in relazione alla stabilità dei prezzi, in un contesto in cui le decisioni di politica monetaria rimangono strettamente legate all’evoluzione dei dati macroeconomici.