Si è svolto ieri, presso il Ministero delle Imprese e del Made in Italy a Roma, l’evento organizzato da Quadrivio & Pambianco, in collaborazione con AIFI, dal titolo “L’IMPATTO DEL PRIVATE EQUITY SUL MADE IN ITALY”. Questo lavoro mette in luce e valorizza il contributo che il private equity ha fornito al settore del Made in Italy negli ultimi venticinque anni, individuando i principali settori di riferimento, condividendo dati, case study e il punto di vista degli imprenditori coinvolti.
Come evidenziato dalla ricerca, le imprese del Made in Italy rappresentano oggi una componente fondamentale del tessuto industriale italiano e sono oggetto di investimenti continui da parte di fondi specializzati. Basti pensare che solo tra il 2000 e il 2024 nel mercato italiano del private equity sono stati investiti 24,8 miliardi di euro in imprese operanti nei settori di riferimento, in particolare Alimentare, Moda, Arredamento, Design e Cosmetica. Si tratta di una cifra rilevante, corrispondente al 23% del valore complessivo delle risorse allocate dall’intero comparto.
Lo studio mette in luce un trend positivo che avvicina l’Italia ad altri Paesi in cui i fondi hanno avuto uno sviluppo più rapido e deciso. L’ammontare medio annuo nel periodo complessivo si attesta poco sotto il miliardo di euro, ma solo nel quadriennio 2020-2024 sono stati destinati 8,8 miliardi alle imprese dei quattro settori analizzati, con un picco nel 2022, anno record per il private equity italiano con oltre 2,6 miliardi di euro investiti.
All’iniziativa hanno partecipato importanti rappresentanti delle istituzioni e del mondo imprenditoriale. A inaugurare i lavori è stato Federico Eichberg, Capo di Gabinetto. Successivamente, Anna Gervasoni, Direttore di AIFI e Rettore della LIUC Università Carlo Cattaneo, ha commentato lo studio e i dati raccolti: “Negli ultimi cinque anni sono stati immessi circa 9 miliardi da parte del private equity nelle imprese del Made in Italy; il 2024, con 2,3 miliardi investiti, è stato il secondo anno migliore di sempre, a conferma della solidità e dell’attrattività delle nostre eccellenze, che continuano a distinguersi anche a livello internazionale.”
Anche Barbara Cimmino, Vicepresidente di Confindustria con delega per l’export e l’attrazione degli investimenti, ha preso parte ai lavori, sottolineando l’importanza di promuovere e valorizzare le eccellenze italiane.
Walter Ricciardi, CEO di Quadrivio Group, attivo da oltre 25 anni nel private equity, ha aggiunto: “Negli ultimi 25 anni il Private Equity ha investito oltre 25 miliardi di euro in aziende operanti nei settori di riferimento del Made in Italy. Un valore significativo, che testimonia il grande interesse degli operatori per un comparto simbolo del Paese. Come operatori, abbiamo sempre creduto nell’importanza di valorizzare le imprese e le eccellenze italiane, tanto da lanciare – in partnership con Pambianco – due veicoli specializzati: Made in Italy Fund e Made in Italy Fund II. Un’intuizione vincente, come confermato dai risultati emersi da questa pubblicazione – realizzata in collaborazione con AIFI – e dalle evidenze delle case study in essa riportate. Alcune delle aziende analizzate sono infatti imprese in cui abbiamo investito in passato o che ancora deteniamo in portafoglio”.
David Pambianco, Managing Partner di Made in Italy Fund e Made in Italy Fund II, i due fondi di private equity promossi e gestiti da Quadrivio & Pambianco, ha approfondito i principali trend del mercato e i settori che oggi lo trainano maggiormente, aggiungendo: “Il Made in Italy è un brand importante e una leva per il Paese. Il private equity gioca un ruolo fondamentale, intravede il potenziale delle aziende italiane e le supporta nel processo di crescita e internazionalizzazione.”
Il punto di vista imprenditoriale è stato al centro di una tavola rotonda che ha raccolto le esperienze dirette di imprenditori che hanno vissuto in prima persona cosa significa aprirsi a un fondo di private equity. Il panel, moderato da Morya Longo, giornalista de Il Sole 24 Ore, ha visto la partecipazione di: Marco Anchisi, CEO Dondup e PT Torino; Renato Ancoroz, Presidente Ancoroz Group; Roberto Imperatrice, ex CEO Rossopomodoro; Gianluca Mollura, CEO Mohd; Mauro Grange, ex CEO Sonus Faber; e Marco Palmieri, CEO Piquadro.
Le conclusioni dell’evento sono state affidate a Innocenzo Cipolletta, Presidente AIFI, che ha affermato: “In questi 25 anni, il private equity ha investito 25 miliardi di euro nelle aziende. Si potrebbe fare molto di più se ci fosse una maggiore collaborazione tra operatori, istituzioni e governo per spingere l’attività e moltiplicare le iniziative sul tessuto imprenditoriale. I dati dimostrano con chiarezza come il contributo del private capital vada ben oltre l’apporto finanziario. Le aziende supportate crescono significativamente: tra il 2020 e il 2024 i valori mediani mostrano un aumento del fatturato del 34%, mentre l’occupazione è cresciuta del 40%. A questi risultati si aggiungono benefici strutturali come l’accesso a competenze manageriali, l’innovazione, l’internazionalizzazione e il ricambio generazionale, elementi fondamentali per rafforzare la competitività delle nostre PMI”.