Facebook e Instagram, le due principali piattaforme social di Meta, sono finite al centro di un’allarmante ondata di truffe online che il Wall Street Journal ha definito una vera e propria “epidemia”. Secondo un’approfondita inchiesta del quotidiano, queste piattaforme sono sempre più utilizzate da gruppi criminali, molti dei quali operano da paesi come Cina, Sri Lanka, Vietnam e Filippine, per diffondere pubblicità e annunci ingannevoli che colpiscono migliaia di utenti, in particolare negli Stati Uniti, ma anche in altri paesi come Regno Unito e Australia.
Dai documenti interni di Meta analizzati dal Journal, emerge che ben il 70% dei nuovi inserzionisti attivi nel 2022 era coinvolto in attività fraudolente, promuovendo truffe, beni illegali o prodotti di qualità estremamente scadente. Le conseguenze di questo fenomeno si estendono anche al sistema finanziario: circa la metà delle truffe denunciate sulla rete di pagamenti peer-to-peer Zelle di JP Morgan Chase, tra metà 2023 e metà 2024, hanno avuto origine da contenuti pubblicati proprio su Facebook o Instagram. Situazioni analoghe sono state segnalate anche dalle autorità di vigilanza britanniche e australiane.
Le vittime sono spesso persone comuni, attratte da offerte che sembrano troppo belle per essere vere: ad esempio, strumenti da lavoro venduti a soli 29 dollari o cuccioli promessi da allevatori che, in realtà, non spediranno mai nulla. Un caso emblematico è quello di Edgar Guzman, un imprenditore di Atlanta, che ha visto le immagini del suo magazzino utilizzate in oltre 4.400 annunci truffaldini, a fronte di appena 15 pubblicati da lui in modo legittimo.
Il problema, secondo le accuse, è anche legato alla gestione delle violazioni da parte di Meta. Il sistema interno di ammonizione permette infatti agli utenti truffaldini di commettere fino a trentadue infrazioni prima che i loro account vengano effettivamente bloccati. E in molti casi, se non interviene direttamente un dipendente, le sanzioni sono ancora più lente. Intanto, il Marketplace di Facebook ha superato Craigslist come sito di annunci più frequentato, diventando però – secondo diversi osservatori – anche uno dei più rischiosi dal punto di vista delle truffe.
Meta, dal canto suo, ha dichiarato di essere consapevole del problema e di aver intensificato gli sforzi per contrastarlo. Un portavoce ha riferito al Journal che l’azienda ha rimosso più di due milioni di account fraudolenti nel 2023 e che sta testando nuove soluzioni, come il riconoscimento facciale e l’uso di etichette di avvertimento. Inoltre, Meta collabora con banche e altre società tecnologiche per rafforzare le difese contro le frodi, così come si legge su pymnts.com.
Tuttavia, il Wall Street Journal sottolinea anche un altro aspetto: in una causa legale del 2023, Meta ha sostenuto di non avere alcun obbligo legale nei confronti degli utenti per quanto riguarda le truffe compiute da terze parti, invocando la protezione della Sezione 230 del Communications Decency Act. Questa posizione ha scatenato critiche da parte di ex procuratori, secondo cui l’azienda sarebbe in una posizione privilegiata per contrastare un’industria delle frodi che traffica lavoratori e sottrae centinaia di milioni di dollari ai consumatori.