La proposta di ridurre l’orario di lavoro settimanale a 37,5 ore è stato uno dei temi più discussi promossi dal Ministero del Lavoro spagnolo, attualmente guidato da Yolanda Díaz. Molti si interrogano su quando questa misura entrerà concretamente in vigore e su quale impatto potrà avere nella vita quotidiana dei lavoratori.
Oggi, l’articolo 34 dello Statuto dei lavoratori stabilisce che la durata massima del lavoro settimanale ordinario è pari a 40 ore effettive.
In occasione della Festa dei Lavoratori, i principali sindacati – tra cui la CCOO (Confederazione Sindacale delle Commissioni Operaie) e l’UGT (Unione Generale dei Lavoratori) – hanno manifestato per chiedere al governo di dare seguito all’intesa già raggiunta tra le parti. L’approvazione della riduzione dell’orario era prevista per il Consiglio dei ministri del 29 aprile, ma un blackout che ha interessato gran parte della penisola ha costretto a rinviare il provvedimento alla giornata di domani.
Questa riforma è già in ritardo rispetto ai tempi previsti: inizialmente, Yolanda Díaz aveva annunciato che sarebbe stata presentata al Congresso tra la fine di febbraio e l’inizio di marzo.
Secondo le stime attuali, la misura non potrà essere effettivamente adottata prima dell’autunno, poiché deve seguire l’iter legislativo tipico dei disegni di legge, che in genere richiede circa cinque mesi. In caso di procedura accelerata – ovvero se venisse dichiarata l’urgenza – i tempi potrebbero essere dimezzati. Tuttavia, anche in quel caso il Partito Popolare, che ha la maggioranza al Senato, potrebbe rallentare il processo per un massimo di due mesi. Se decidesse di imporre un veto, il testo dovrebbe tornare al Congresso, dove il governo dovrebbe ottenere un sostegno parlamentare più ampio per approvarlo definitivamente.
È importante precisare che, in base alla normativa vigente, la durata dell’orario di lavoro è stabilita nei contratti collettivi o negli accordi aziendali. Ciò significa che molti lavoratori che già operano per meno di 40 ore a settimana non saranno interessati dalla nuova normativa, poiché la loro situazione contrattuale non cambierà.
I lavoratori part-time continueranno a svolgere lo stesso numero di ore previste dai loro contratti, ma potranno beneficiare di un adeguamento salariale proporzionale. Infatti, mentre coloro che passeranno da 40 a 37,5 ore settimanali manterranno lo stesso stipendio, chi lavora part-time avrà diritto a una retribuzione commisurata alla nuova soglia oraria.