Nel 2024, la Banca Centrale Europea (Bce) ha continuato ad attuare il suo programma di politica monetaria, strutturato in tre fasi principali. La prima fase, che ha avuto luogo tra luglio 2022 e settembre 2023, ha visto un deciso incremento dei tassi di interesse, con un aumento record di 450 punti base. Successivamente, la Bce è passata a una fase di stabilizzazione, mantenendo i tassi invariati per un certo periodo. Infine, a partire da giugno 2024, ha dato il via a una fase di rilassamento delle politiche monetarie, in cui l’approccio restrittivo è stato gradualmente allentato.
Il periodo preso in esame riguarda le due ultime fasi del ciclo. A inizio 2024, la Bce era ancora nella fase di mantenimento, con il tasso sui depositi fissato al 4%. In quel momento, l’inflazione era scesa significativamente rispetto ai livelli più elevati precedenti, attestandosi al 2,9%. Le proiezioni indicavano che nel 2025 si sarebbe raggiunto l’obiettivo di inflazione del 2%, ma persisteva un’incertezza sull’effettiva durata della pressione inflazionistica, come si legge su europa.eu.
Gli indicatori dell’inflazione interna erano ancora elevati e rigidi, con gli aumenti dei prezzi precedenti che continuavano a riflettersi sui salari, anche se in modo graduale. Gli esperti suggerivano che le aziende avrebbero assorbito questi aumenti salariali senza dover aumentare ulteriormente i prezzi e che un miglioramento della produttività avrebbe contribuito a ridurre il costo unitario del lavoro. Tuttavia, solo con il tempo sarebbe stato possibile confermare questi sviluppi.
Per prendere decisioni in questo contesto, la Bce ha basato le sue scelte su tre fattori chiave, a partire da marzo 2023: le previsioni sull’inflazione, l’andamento dell’inflazione core (cioè quella al netto di energia e alimentari) e l’efficacia della trasmissione delle politiche monetarie. Nonostante le prospettive inflazionistiche stessero migliorando e l’effetto della politica monetaria stesse chiaramente frenando la domanda, la BCE ha scelto di mantenere un approccio cauto sull’inflazione di fondo.
Nel corso del 2024, la politica monetaria restrittiva ha continuato a spingere l’inflazione verso l’obiettivo del 2%. A giugno, le proiezioni erano rimaste stabili, confermando che l’inflazione avrebbe raggiunto il 2% entro il 2025, mentre gli indicatori dell’inflazione core mostravano segni di attenuazione. Questo ha aumentato la fiducia della Bce nel fatto che il ritorno all’obiettivo fosse ormai avviato in modo duraturo.
A causa di questi sviluppi, la Bce ha deciso di allentare gradualmente la sua politica monetaria. Dopo nove mesi di tassi stabili, a giugno 2024 ha ridotto il tasso di interesse di 25 punti base, pur continuando a basarsi sui dati senza fissare in anticipo un percorso preciso per le future modifiche dei tassi. Successivamente, con l’arrivo di dati confermanti le previsioni favorevoli per l’inflazione, la Bce ha continuato a ridurre ulteriormente la sua politica restrittiva, abbassando il tasso di riferimento di altri 75 punti base nei mesi di settembre, ottobre e dicembre. Questo ha rafforzato la convinzione che il processo di disinflazione fosse ben avviato.
Nel 2024, anche il bilancio della BCE ha continuato a normalizzarsi, con una riduzione di circa mezzo trilione di euro. A fine anno sono stati raggiunti due obiettivi significativi: il rimborso totale dei fondi presi in prestito dalle banche nell’ambito delle operazioni di rifinanziamento a lungo termine (TLTRO III) e la fine dei reinvestimenti sui titoli acquistati nell’ambito del programma di acquisto per l’emergenza pandemica (PEPP).
Parallelamente alla normalizzazione del bilancio, la Bce ha introdotto delle modifiche al suo quadro operativo per l’attuazione della politica monetaria. È stato annunciato che la BCE avrebbe continuato a influenzare la politica monetaria agendo sul tasso di deposito presso la banca centrale, riducendo il differenziale tra tale tasso e quello delle operazioni di rifinanziamento principali. In futuro, la BCE fornirà liquidità al sistema finanziario utilizzando una varietà di strumenti. A partire dal 2026, la BCE esaminerà e aggiornerà i parametri principali di questo quadro operativo.
Il 2024 ha anche visto una crescita significativa nei pagamenti digitali, con un aumento del 72% nel numero medio giornaliero di pagamenti istantanei in euro grazie all’espansione del sistema TARGET Instant Payment Settlement (TIPS), che consente pagamenti istantanei in tutta Europa.
In parallelo, l’Eurosistema ha continuato i lavori di preparazione per l’introduzione di un euro digitale. A metà anno, la Bce ha pubblicato un primo rapporto sui progressi compiuti verso l’introduzione della moneta digitale, seguito da un secondo rapporto a dicembre. Inoltre, la Bce ha proseguito l’elaborazione di un regolamento per stabilire uno schema operativo per l’euro digitale nell’area euro. Sul fronte delle banconote, i lavori per una nuova serie sono proseguiti, con il tema scelto per la serie “Cultura europea” e “Fiumi e uccelli”, mentre il concorso per la progettazione delle nuove banconote sarà lanciato nel 2025.
Con il crescente processo di digitalizzazione, la Bce ha cominciato ad adottare l’intelligenza artificiale nelle sue operazioni. Il personale della Bce può ora avvalersi di quattro modelli linguistici avanzati, utilizzati da oltre 4.500 utenti per vari compiti, mentre sono stati avviati progetti sperimentali in ambiti come la comunicazione automatica e la visualizzazione dei dati.
Nel 2024, la Bce ha anche intensificato il suo impegno sui cambiamenti climatici con il lancio di un piano per il clima e la natura per il periodo 2024-2025. Il piano si concentra su tre ambiti cruciali: l’impatto della transizione verso un’economia verde, gli effetti fisici del cambiamento climatico e i rischi economici legati all’adattamento ai cambiamenti climatici, e la perdita e il degrado della natura e la loro interazione con i rischi climatici.
Nel 2024, la Casa dell’Euro, con sede a Bruxelles e che ospita la Bce insieme a sette banche centrali nazionali, ha celebrato il suo primo anniversario. Questo centro è diventato un punto di riferimento per la cooperazione tra le banche centrali dell’Eurosistema, aumentando la visibilità della Bce e fungendo da polo di dialogo e confronto tra i banchieri centrali e altri stakeholder.
In un contesto globale incerto, il supporto per l’euro tra i cittadini europei ha raggiunto livelli record nel 2024, dimostrando l’apprezzamento crescente per la moneta unica come simbolo di stabilità e prosperità. Questo sostegno crescente sottolinea anche l’impegno costante della Bce e di altre istituzioni nel rispondere alle sfide economiche e nel lavorare a favore del benessere e della prosperità dei cittadini dell’Eurozona.