Google e X, la piattaforma di social media di Elon Musk, potrebbero essere le prossime ad affrontare multe da parte delle autorità di regolamentazione europee, che continuano a mantenere una posizione ferma nei confronti delle Big Tech, nonostante le preoccupazioni espresse dagli Stati Uniti riguardo a potenziali ritorsioni economiche. Secondo fonti informate, la Commissione Europea ha già imposto sanzioni ad altre grandi aziende come Apple e Meta, con multe che ammontano complessivamente a settecento milioni di euro (circa 797 milioni di dollari) per aver violato il Digital Markets Act (DMA) e per non aver rispettato gli ordini di porre fine a pratiche anticoncorrenziali.
Teresa Ribera, responsabile antitrust dell’Ue, ha sottolineato che tutte le aziende operanti nell’Unione europea sono tenute a rispettare le leggi e i principi europei, rispondendo alle critiche espresse da Donald Trump, che ha accusato le nuove normative di danneggiare le aziende statunitensi. Nonostante le pressioni politiche, Ribera ha assicurato che la Commissione non allenterà l’applicazione delle regole, così come riporta Reuters.
Il DMA stabilisce una serie di misure per garantire la concorrenza tra le grandi aziende tecnologiche, imponendo loro di rendere i loro servizi più accessibili e di favorire la concorrenza con i rivali più piccoli su piattaforme come social media e app store. Le multe imposte finora sono relativamente contenute rispetto a quelle inflitte in passato da Margrethe Vestager, ma l’impegno della Commissione nel far rispettare la normativa è evidente. Questo solleva interrogativi sul possibile impatto politico che potrebbe influenzare il futuro della regolamentazione delle Big Tech, soprattutto alla luce delle minacce di ritorsioni da parte degli Stati Uniti.
Un test importante per la Commissione europea potrebbe arrivare nei prossimi mesi, quando Ribera dovrà decidere se ordinare a Google di vendere parte della sua attività nel settore pubblicitario, in risposta alle preoccupazioni per la sua posizione dominante nel mercato. L’indagine, che dura dal 2021, potrebbe portare a una decisione drastica, come la vendita della divisione pubblicitaria di Google, un provvedimento mai applicato prima, nemmeno durante la lunga battaglia antitrust con Microsoft.
Recentemente, un tribunale statunitense ha stabilito che Google esercita un potere anticoncorrenziale su due mercati pubblicitari, aprendo la possibilità che anche le autorità europee possano adottare provvedimenti simili. Se le autorità statunitensi dovessero chiedere lo smembramento delle operazioni pubblicitarie di Google, l’Ue potrebbe sentirsi giustificata nell’agire di conseguenza.
Il deputato europeo Andreas Schwab, che ha avuto un ruolo chiave nel DMA, ha esortato Ribera a non cedere e a prendere decisioni ferme su Google e X, sottolineando che l’efficacia delle politiche antitrust dipende dalla loro applicazione rigorosa. La Commissione non deve temere di agire, anche se questo potrebbe avere conseguenze politiche, poiché l’integrità delle normative sulla concorrenza è fondamentale.
Zach Meyers, esperto del Centre on Regulation in Europe, ha osservato che le multe modeste non vanno interpretate come un indebolimento della politica antitrust dell’UE. L’aspetto cruciale sarà vedere se le grandi aziende cambieranno davvero le loro pratiche. Il vero obiettivo del DMA non è l’entità delle sanzioni, ma l’effetto che avrà sulla concorrenza e sull’equilibrio del mercato.
Anche l’indagine su X, che ha suscitato forti reazioni da parte di Elon Musk, potrebbe portare a ulteriori sanzioni. Lo scorso anno, la Commissione ha accusato la piattaforma di violare il Digital Services Act e si prevede che una decisione finale venga presa a breve, con la possibilità di imporre una multa significativa.