Le aziende tecnologiche statunitensi stanno affrontando sfide significative nei loro investimenti nell’intelligenza artificiale, a causa di fattori geopolitici e economici globali. Le tensioni commerciali tra Stati Uniti e Cina, in particolare l’imposizione di dazi del 145% sui prodotti cinesi, stanno influenzando negativamente le catene di approvvigionamento essenziali per l’infrastruttura dell’IA, come i data center e le apparecchiature hardware.
Nonostante ciò, giganti tecnologici come Alphabet e Microsoft hanno confermato piani di spesa in conto capitale per l’anno in corso, con un investimento totale previsto di centocinquantacinque miliardi di dollari, quasi la metà dei trecentoventi miliardi stimati per l’intero settore dell’IA. Tuttavia, alcuni segnali indicano una certa cautela: Microsoft ha annullato progetti che prevedevano l’utilizzo di due gigawatt di elettricità negli Stati Uniti e in Europa, mentre Amazon ha rinviato alcuni impegni relativi alla locazione di nuovi data center.
Questa moderazione potrebbe riflettere una fase di “digestione” dopo un’espansione rapida, spinta dall’esplosione dell’IA generativa. Alcuni analisti suggeriscono che le aziende stiano cercando di ottimizzare l’efficienza e gestire i rischi legati agli investimenti, con una maggiore selettività nell’affittare grandi cluster di energia. Nonostante le perdite di mercato per aziende come Nvidia e Alphabet, alcuni investitori rimangono ottimisti sul potenziale a lungo termine dell’IA, giustificando una spesa continua anche in presenza di rendimenti a breve termine lenti., così come riporta Reuters.
La prossima stagione degli utili sarà cruciale per valutare l’impatto delle tariffe reciproche tra Stati Uniti e Cina sulle strategie infrastrutturali delle aziende tecnologiche e sullo sviluppo dell’IA.