Le autorità cinesi hanno invitato le piattaforme di e-Commerce a smettere di obbligare i commercianti a rimborsare i clienti senza richiedere la restituzione dei prodotti. L’obiettivo è ridurre la pressione economica sui venditori, secondo quanto riferito da due fonti informate sui fatti.
Durante un incontro con i principali operatori del settore, tra cui PDD Holdings, il governo ha deciso che tale pratica dovrà essere interrotta entro luglio. Da quel momento in poi, solo i venditori avranno la facoltà di avviare un processo di rimborso. Una delle fonti ha spiegato che questa misura mira a proteggere la stabilità finanziaria dei commercianti in un contesto economico rallentato. Le fonti hanno chiesto di rimanere anonime poiché i dettagli non sono stati resi ufficialmente pubblici, come si legge su Reuters. PDD e JD.com, per il momento, non hanno rilasciato dichiarazioni sull’argomento, mentre Alibaba e l’Amministrazione Statale per la Regolamentazione del Mercato non hanno risposto alle richieste di commento.
Nel mese di luglio, centinaia di persone si sono radunate davanti alla sede meridionale di Temu, piattaforma affiliata a PDD, per protestare contro le politiche di rimborso in vigore. In seguito alle manifestazioni, le autorità, tra cui il Ministero del Commercio e l’ente per la regolamentazione del mercato, hanno richiesto a PDD di rivedere tali pratiche.
Nel corso dell’anno, diversi enti governativi, tra cui la Commissione Nazionale per lo Sviluppo e la Riforma, hanno intensificato le critiche nei confronti di quella che definiscono una concorrenza “involutiva” – ossia una competizione eccessiva e autodistruttiva. A marzo, la necessità di una “rettifica completa” di tale fenomeno è stata sottolineata anche nella Relazione sui Lavori del Governo, presentata durante la sessione parlamentare annuale.
La politica del rimborso senza necessità di reso era stata inizialmente pensata per offrire vantaggi sia ai consumatori che ai commercianti, applicandola a determinate categorie di prodotti. PDD ha cominciato ad estenderla nel 2021, spingendo anche altri operatori del settore a seguirne l’esempio. Tuttavia, molti venditori, in particolare nel settore dell’abbigliamento e degli elettrodomestici, hanno denunciato che la misura ha avuto effetti negativi sui loro margini, poiché comporta la perdita sia del denaro sia dei prodotti venduti.