Gli ambiti più colpiti non sono più solo contesti ad alto rischio, come le carceri o gli ambienti di lavoro delle forze dell’ordine, ma anche trasporti, ospedali e assistenza sociale. Il settore più colpito risulta essere quello della sanità e dell’assistenza sociale, che da solo rappresenta il 43% degli episodi totali. Secondo l’Osservatorio nazionale sulla sicurezza degli esercenti le professioni sanitarie e socio-sanitarie (ONSEPS), nel 2023 si sono registrati circa sedici mila episodi di aggressione, con diciottomila operatori coinvolti, in prevalenza infermieri, seguiti da medici e operatori socio-sanitari e, secondo l’Inail, nel 2024 sono stati segnalati oltre 25.940 episodi di aggressione al personale sanitario con il 68% di aggressioni verbali, il 26% fisiche e il 6% contro beni di proprietà.
Anche a livello internazionale, il fenomeno desta grande preoccupazione. L’Organizzazione Mondiale della Sanità stima che fino al 63% del personale sanitario abbia subito qualche forma di violenza sul luogo di lavoro. Un dato confermato anche dal Bureau of Labor Statistics statunitense, che evidenzia un rischio cinque volte più elevato per il personale sanitario rispetto ad altri lavoratori.
Una responsabilità etica oltre che normativa
La sicurezza sul lavoro non è solo un obbligo normativo, ma un impegno morale verso il benessere dei dipendenti. Coltivare una cultura della prevenzione, investire in soluzioni tecnologiche e migliorare l’organizzazione interna sono passi fondamentali per creare ambienti di lavoro più sicuri e sostenibili.
Occorre quindi adottare la sicurezza come parte integrante dei processi aziendali quotidiani in ogni settore, perseguendo un obiettivo che non sia solo quello di evitare incidenti, bensì di costruire una rete integrata che protegga chi lavora ogni giorno in prima linea.
Quali soluzioni e tattiche mettere in atto
L’importanza dell’organizzazione del lavoro
Possiamo senz’altro ipotizzare che un altro contesto in cui un’attenta organizzazione del lavoro può fare la differenza sia quello sanitario. Tuttavia, la crescente pressione sui servizi, l’affollamento e la carenza di personale e spesso criticità di budget, rendono difficile implementare strategie organizzative efficaci.
Tecnologia e sicurezza: un binomio possibile
In questo senso pensiamo che l’innovazione tecnologica possa fare la differenza. Questo non solo in ambito sanitario, ma anche ad esempio in quello carcerario, dove sistemi di comunicazione intelligente in tempo reale possono migliorare significativamente l’efficienza operativa e la sicurezza, consentendo un accesso immediato alle informazioni sui detenuti e sulle criticità. L’adozione di dispositivi mobili con pulsanti antipanico, sistemi di localizzazione in tempo reale, piattaforme per la gestione degli allarmi e software di mappatura degli incidenti ha dimostrato la sua efficacia nel permettere una risposta più rapida e mirata.
Queste soluzioni si rivelano utili anche in altri ambiti critici, inclusi i contesti di lavoro in stabilimento industriale, dove aumentare ad esempio l’efficienza dei flussi di lavoro con una gestione rapida, informata e funzionale di eventi ed allarmi può incidere sulla qualità del lavoro stesso e dove poter attivare interventi tempestivi tramite sistemi intelligenti di allarme mitiga il rischio di incidenti anche gravi, ad addetti e operatori macchina.
Ma sono molti gli ambiti in cui la tempestività di risposta può prevenire gravi conseguenze per le persone, pensiamo ad esempio ai cosiddetti “lavoratori isolati” impiegati in ambienti, talvolta gestiti da amministrazioni pubbliche, come magazzini, archivi documentali, gallerie, cantieri, luoghi remoti e a rischio, in cui un occorre recarsi per intervenire. La tecnologia può contribuire a far sentire il lavoratore al sicuro, sapendo di poter lanciare un allarme o venire rintracciato in caso di emergenza. Tutto questo è possibile oggi grazie a piattaforme intelligenti, che integrano hardware, software e sistemi IOT.
Oggi più che mai, lavorare in un contesto sicuro favorisce l’attaccamento al posto di lavoro e, viceversa, tra l’altro può contribuire ad attirare nuove risorse, soprattutto in quei settori in cui la carenza di personale rappresenta una criticità.