Come investire nel mercato statunitense a fronte delle nuove politiche commerciali? Quali scenari si aprono per le imprese italiane? In un contesto macroeconomico e geopolitico molto complesso e in continua evoluzione, il Consolato Generale d’Italia a Los Angeles e il Consolato Generale d’Italia a San Francisco, in collaborazione con il Centro Studi di Octagona e Bonfiglioli Consulting, presentano la “Guida Paese Smart: come lanciare il tuo business con successo nella Regione Occidentale degli Stati Uniti d’America”.
Realizzata su iniziativa dei due Consolati in coordinamento con l’Ambasciata d’Italia a Washington, DC e con il contributo di ICE Agenzia di Los Angeles, Italy-America Chamber of Commerce West e INNOVIT – Italian Innovation and Culture Hub di San Francisco, la Guida Paese vuole fornire un supporto concreto alle PMI italiane interessate a sviluppare la propria presenza nel mercato statunitense. La guida si concentra su undici Stati della West Coast statunitense – California, Nevada, Arizona, New Mexico, Washington State, Oregon, Utah, Montana, Idaho, Alaska e Hawaii – offrendo approfondimenti strategici e casi di successo di imprese italiane che producono negli Stati Uniti oltre ad una panoramica del sistema bancario, del quadro normativo e fiscale statunitense.
L’obiettivo è quello di illustrare le principali modalità di accesso al mercato occidentale Usa con indicazioni operative sulle strategie di investimento più efficaci per le aziende italiane, dalle forme di collaborazione con le organizzazioni e gli enti territoriali, all’acquisizione di realtà distributive sul territorio fino all’apertura di nuovi sedi o stabilimenti produttivi.
“Quando si parla di opportunità economiche per le PMI italiane negli Stati Uniti si evidenzia ancora poco il potenziale della West Coast – commenta Alessandro Fichera, direttore della business unit international di Bonfiglioli Consulting – La politica di Trump sui dazi sta destabilizzando, comprensibilmente, gli imprenditori e manager italiani e le loro valutazioni sullo sviluppo commerciale e gli investimenti nel mercato USA. A un primo livello, l’azione di Trump sembra danneggiare in modo diretto tutte le imprese italiane, dato l’importante valore del nostro export. Occorre però considerare che, a esclusione del settore alimentare, negli ultimi 30 anni molti settori produttivi degli Stati Uniti hanno perso l’interezza delle proprie filiere, che sono spesso compensate da componenti e tecnologie italiane. Il mercato USA si troverà di fronte a un elevato potenziale inflazionistico che, ci attendiamo, aprirà margini di negoziazione importanti proprio per garantire la continuità delle filiere produttive locali. La creazione di partnership tecnologiche, anche societarie, con organizzazioni statunitensi può costituire una porta di accesso strategica per le imprese italiane agli Stati Uniti”.
La Guida Paese Smart, introdotta dall’Ambasciatrice d’Italia negli Stati Uniti, Mariangela Zappia, e da una prefazione di Federico Rampini, editorialista del Corriere della Sera, propone un’analisi dettagliata delle opportunità economiche e imprenditoriali in ciascuno degli Stati esaminati, con un focus su settori chiave come tecnologia, manifattura avanzata, energie rinnovabili, agritech e industria del lusso.
Economia italiana nella West Coast
Quante aziende sono già attive nella costa orientale degli Stati Uniti? La Guida Paese Smart restituisce una fotografia dell’economia italiana nella West Coast, fornendo indicatori sul numero delle aziende a partecipazione italiana attive negli undici stati e sul valore dell’import italiano per ciascuna regione.
Nel dettaglio, la California rappresenta il primo stato dell’area occidentale USA per numero di imprese a partecipazione italiana, con 220 società attive sul territorio che generano ricavi complessivi pari a 1.156 milioni di dollari. Seguono lo stato di Washington, con 31 società partecipate italiane e ricavi che sfiorano gli 80 milioni di dollari, e il Nevada che, con sole 26 aziende italiane attive sul territorio, raggiunge il primato per valore dei ricavi complessivi, pari a 2.226 milioni di dollari.
Settori industriali negli Stati Uniti Occidentali: Analisi e prospettive per le aziende
L’economia statunitense continua a essere trainata da una varietà di settori industriali chiave. Dal comparto energetico all’innovazione tecnologica, dall’agricoltura alla difesa, i singoli stati stanno giocando un ruolo determinante nello sviluppo del mercato e nell’attrazione di investimenti.
Energy: Oil&Gas e Rinnovabili
- Alaska: Con sei dei 100 più grandi giacimenti petroliferi statunitensi e una delle dieci maggiori riserve di gas, l’Alaska è il terzo stato americano per produzione di gas. Il settore sostiene 50.000 posti di lavoro e contribuisce per 19,4 miliardi di dollari al PIL statale.
- Montana: Il settore della raffinazione petrolifera impiega oltre 1.443 persone e si prevede che il comparto raggiunga un valore di 7,7 miliardi di dollari nel 2025.
- New Mexico: Lo Stato produce il 13% del petrolio statunitense e ospita il 6% delle riserve di gas naturale accertate, confermandosi una risorsa strategica per l’energia nazionale.
- Utah: Nel 2024 la produzione di petrolio ha raggiunto i 36,2 milioni di barili (+3,7% rispetto all’anno precedente), mentre il gas naturale è cresciuto dello 0,8%. L’energia solare continua a essere la principale fonte rinnovabile dello Stato.
- Hawaii: Le politiche energetiche mirano a ridurre la dipendenza dal petrolio importato. La produzione di energia alternativa da fonti rinnovabili ha registrato una crescita del 18,9% rispetto alla media nazionale, con investimenti in biomassa, geotermia, idroelettrico e solare.
Tecnologia
- California: Leader mondiale nell’innovazione, con il primato negli USA per numero di aziende nel settore e per programmi universitari in informatica, la California genera oltre un quarto della produttività tecnologica nazionale.
- Idaho e Oregon: L’Idaho ha registrato un incremento del 61% delle aziende high-tech negli ultimi dieci anni. In Oregon, il settore tecnologico impiega oltre 102.000 persone con salari complessivi superiori a 13,5 miliardi di dollari.
- Arizona: è riconosciuto come Stato leader in tre principali industrie tecnologiche: telecomunicazioni satellitari, produzione di semiconduttori e componenti elettronici, e produzione di prodotti e parti aerospaziali. L’Arizona si distingue per la medicina di precisione e le neuroscienze, incentivando lo sviluppo di farmaci e tecnologie sanitarie innovative.
- Washington: Con la presenza di colossi come Microsoft e circa 4.000 imprese software, lo Stato di Washington si distingue nel campo dell’IT e delle nanotecnologie.
Aerospazio e Difesa
- Arizona: Lo Stato ha attratto investimenti per 2,8 miliardi di dollari negli ultimi cinque anni, diventando il leader nella produzione di missili guidati e veicoli spaziali.
- California: La California del Sud ospita la più alta concentrazione di aziende aerospaziali, con un impatto economico di 181 miliardi di dollari e oltre 820.000 posti di lavoro.
- Hawaii, New Mexico e Washington: Le Hawaii vedono la difesa come il secondo settore economico più importante dopo il turismo. Il New Mexico ha registrato un impatto di 861 milioni di dollari dal settore aerospaziale, mentre il settore in Washington beneficia della forte presenza di Boeing.
Agricoltura e Agroalimentare
- California: Lo Stato domina la produzione agricola USA, con un’industria da 50 miliardi di dollari. Tuttavia, siccità e incendi pongono sfide per il futuro.
- Hawaii: Un tempo leader nell’agricoltura, il settore ha subito un declino a favore del turismo, sebbene iniziative come il marchio “Sea of Quality” puntino alla valorizzazione dei prodotti locali.
- Idaho, Montana, Nevada, Oregon e Washington: L’Idaho si classifica tra i principali esportatori pro capite di prodotti agricoli, mentre il Montana genera oltre 5,2 miliardi di dollari l’anno dal settore agricolo. In Nevada l’allevamento di bovini è il pilastro dell’agricoltura, mentre in Oregon il settore contribuisce con 9 miliardi di dollari all’economia. Washington, con 39.500 imprese agricole e una produzione da 7,9 miliardi di dollari, è tra i maggiori esportatori del settore.
Modalità di ingresso nel mercato statunitense
La Guida Paese Smart illustra le caratteristiche del sistema fiscale, bancario e logistico statunitense, affrontando anche tematiche di carattere normativo, per evidenziare le principali strategie di accesso per le imprese italiane. Ampio spazio è dato alle funzioni e al lavoro svolto dalla rete delle istituzioni italiane a servizio delle imprese, che può contare sui Consolati italiani, gli uffici ICE e i Consolati Onorari operanti nell’area.
Alessandro Fichera, Direttore della Business Unit International di Bonfiglioli Consulting, conclude: “In un momento di forte trasformazione del contesto macroeconomico globale e di ridefinizione delle filiere, occorre agire con cautela, predisponendo le nostre aziende a ulteriori livelli di flessibilità e proattività. Analizzando le variabili a disposizione e valutando con attenzione i prossimi passi, le imprese italiane possono vincere la scommessa dell’internazionalizzazione negli Stati Uniti”.
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