I dazi imposti dagli Stati Uniti sono stati sospesi per un periodo di tre mesi, dando inizio ai negoziati tra Washington e Bruxelles. L’Unione europea si sta preparando a un possibile aggravarsi della situazione, come indicato dalla presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen. In un’intervista al Financial Times, von der Leyen ha avvertito che l’Ue sarebbe pronta a prendere misure dure, tra cui l’imposizione di dazi sulle aziende tecnologiche americane, qualora non venissero rimossi i dazi sulle importazioni europee decisi dall’amministrazione Trump.
In un contesto di crescente tensione tra le due sponde dell’Atlantico, le dichiarazioni di von der Leyen mettono in evidenza le preoccupazioni crescenti in Europa riguardo agli effetti economici dei dazi reciproci e al rischio di un’escalation. Da tempo, gli Stati Uniti accusano l’Europa di adottare pratiche commerciali ingiuste, soprattutto nei settori automobilistico e agricolo, mentre l’Ue contesta la scelta degli Stati Uniti di applicare tariffe unilaterali, che mettono a rischio le regole del commercio internazionale. In risposta, Bruxelles sta cercando di conciliare il dialogo con misure difensive per proteggere le proprie industrie e difendere la sua posizione nei negoziati.
Le affermazioni di von der Leyen, che ha proposto di colpire i giganti tecnologici americani, riflettono anche l’intenzione dell’Europa di rafforzare la regolamentazione nel settore digitale, assicurandosi che le aziende estere rispettino le normative europee. La Commissione ha già avviato iniziative per aumentare il controllo sulle piattaforme online e garantire una maggiore protezione della privacy. In questo contesto, l’Ue sta valutando l’introduzione di nuove misure fiscali, tra cui le cosiddette “tasse digitali”, che potrebbero diventare uno strumento di pressione nelle trattative commerciali, se le barriere tariffarie dovessero persistere.
Secondo gli esperti, un’ulteriore frattura tra l’UE e gli Stati Uniti potrebbe avere gravi conseguenze economiche per entrambe le economie. Le imprese europee che dipendono dall’export verso gli Stati Uniti stanno già affrontando sfide significative, spingendo Bruxelles a cercare alternative commerciali. Nonostante ciò, la Commissione mantiene la speranza di arrivare a una soluzione diplomatica, con von der Leyen che ha ribadito la volontà dell’UE di continuare il dialogo, ma ha anche chiarito che l’Europa difenderà con fermezza i suoi interessi strategici, come si legge su pymnts.com.
Il risultato finale dei negoziati tra Washington e Bruxelles resta incerto. Tuttavia, le parole di von der Leyen, che ha promesso di “fare tutto il necessario per proteggere l’industria europea”, suggeriscono che la diplomazia potrebbe non bastare a risolvere le controversie.
Le persistenti tensioni commerciali tra Stati Uniti e Unione europea riflettono anche preoccupazioni più ampie riguardo agli effetti dei dazi sull’economia globale. Recenti analisi hanno evidenziato che i dazi stanno provocando aumenti dei prezzi in vari settori, tra cui alimenti, abbigliamento ed elettronica, con un impatto negativo più significativo sulle famiglie a basso reddito. Per le piccole e medie imprese, i dazi hanno causato aumenti dei costi, interruzioni nelle catene di approvvigionamento e incertezze, con il rischio di ridurre le opportunità commerciali e gli investimenti. Inoltre, l’incertezza legata ai dazi agisce come una sorta di “tassa invisibile”, influenzando le decisioni aziendali e le abitudini di spesa dei consumatori, con il potenziale di frenare la crescita economica e aumentare le difficoltà finanziarie.