Goldman Sachs ha recentemente ridotto le proprie previsioni sui prezzi del petrolio, adeguandole alle revisioni recenti del PIL, che includono l’aspettativa di una stagnazione dell’economia degli Stati Uniti. In particolare, la banca ha abbassato le stime per il prezzo del Brent e del WTI per dicembre 2025 di quattro dollari, portandoli rispettivamente a sessantadue e cinquantotto dollari al barile. Le previsioni medie annuali per il 2026 sono ora fissate a cinquantotto dollari per il Brent e cinquantacinque dollari per il WTI.
Inoltre, Goldman Sachs ha ridotto anche le stime sulla crescita della domanda di petrolio, aspettandosi un aumento di soli 0,3-0,4 milioni di barili al giorno nel 2025 e 2026, rispetto ai 0,6 milioni precedentemente previsti. Questo ridimensionamento è dovuto al fatto che il rallentamento dell’economia, legato a un PIL più debole, pesa di più rispetto ai benefici derivanti da un dollaro più debole e dai prezzi più bassi del petrolio, come si legge su Borsa Italiana.
La banca avverte che i rischi relativi alle sue stime sui prezzi del petrolio sono prevalentemente orientati verso il basso, poiché le probabilità di una recessione sono aumentate, e l’offerta di petrolio dell’OPEC+ potrebbe essere maggiore del previsto. Tuttavia, è stato sottolineato che i prezzi potrebbero superare le attuali previsioni se l’amministrazione statunitense dovesse decidere di annullare improvvisamente i dazi imposti e inviare segnali rassicuranti ai mercati, ai consumatori e alle imprese. Un punto di interesse per Goldman Sachs riguarda l’implementazione definitiva dei dazi reciproci specifici per paese, che dovrebbero entrare in vigore il 9 aprile.