Un nuovo studio condotto da Usercentrics, leader europeo nel settore della tecnologia per la privacy, mette in luce il crescente coinvolgimento della dirigenza aziendale nella definizione delle strategie di gestione della privacy e del consenso. L’indagine, condotta nei principali mercati europei, inclusa l’Italia, evidenzia un cambiamento significativo: la privacy non è più considerata solo come un obbligo normativo, ma come un pilastro strategico del business.
Oggi, il 73% delle decisioni in materia viene preso ai livelli aziendali più alti, con una percentuale che sale al 77% nel caso delle aziende italiane. Il coinvolgimento diretto del top management nella gestione del consenso segna un vero e proprio cambio di paradigma nell’approccio alla privacy nell’era post-GDPR.
Privacy management: soluzioni ibride e diversificate in base alla dimensione aziendale
La ricerca evidenzia che il 56% delle aziende europee gestisce internamente le attività legate alla privacy, mentre il 44% adotta un approccio ibrido, combinando risorse interne con competenze specialistiche esterne. In Italia, la gestione interna raggiunge il 65%, mentre il 35% delle organizzazioni preferisce un modello ibrido. Le imprese di maggiori dimensioni, alle prese con normative più complesse e una maggiore esposizione al rischio, mostrano una spiccata propensione verso soluzioni miste, capaci di bilanciare il controllo diretto con l’expertise di consulenti esterni. A ciò si accompagna una maggiore consapevolezza delle sfide legate alla compliance e problematiche più articolate rispetto alle piccole imprese.
A livello settoriale, i comparti con il maggior numero di interazioni digitali con i clienti, tra cui software, servizi professionali e retail, si confermano i più attivi nell’adozione di pratiche avanzate di gestione della privacy, dimostrando un ruolo da pionieri nella trasformazione digitale.
Tendenze future: la gestione della privacy inaugura una nuova era strategica per le imprese
Lo studio evidenzia cinque tendenze chiave che caratterizzeranno il futuro della gestione della privacy:
- Privacy come valore di brand – L’elevato coinvolgimento dei vertici aziendali indica che la privacy diventerà un elemento distintivo nella comunicazione dei brand, analogamente a quanto avvenuto con la sostenibilità
- Integrazione tecnologica – Le sfide legate all’implementazione mettono in evidenza la necessità di integrare i controlli sulla privacy in modo nativo nelle tecnologie di marketing, e non come componenti accessorie
- Evoluzione delle competenze – La crescente necessità di maggiore consapevolezza e formazione fa prevedere l’emergere di nuovi ruoli e competenze professionali, come il Privacy Marketing Specialist o il Consent Optimization Manager
- Segmentazione del mercato – Gli approcci differenziati in base alla dimensione aziendale indicano l’emergere di un mercato delle soluzioni per la privacy sempre più segmentato, modellato su scala e complessità organizzativa, superando il concetto di soluzioni universali
- Cambio culturale – Il passaggio verso il consenso esplicito e un maggiore controllo da parte dell’utente segnala un cambiamento più profondo nel modo in cui le aziende percepiscono e gestiscono la relazione con i dati dei propri clienti
“Per capire dove si sta dirigendo il settore, è utile pensare a come si sono evoluti i diversi rami del marketing digitale – dichiara Tilman Harmeling, Senior Privacy Expert presso Usercentrics – Ad esempio, l’e-mail marketing inizialmente aveva poche restrizioni, poi ha attraversato un periodo di crescente regolamentazione ed infine è venuto a creare nuove best practice che hanno bilanciato l’efficacia del marketing con i diritti degli utenti. Oggi, altri settori del marketing stanno adottando un approccio di Privacy-Led Marketing. La privacy non è più vista come un ostacolo, la si sta integrando nelle operazioni di marketing come un principio fondamentale, per creare fiducia, migliorare la trasparenza e allineare le pratiche aziendali alle aspettative degli utenti e ai requisiti normativi”.