La Banca centrale russa ha chiesto il divieto totale delle criptovalute, mentre il Ministero delle finanze sta valutando la possibilità di limitare l’accesso per investitori selezionati. Un rappresentante della Banca centrale ha ribadito la ferma posizione dell’istituzione contro le transazioni in criptovaluta all’interno del paese. Parlando in una conferenza stampa, il funzionario ha proposto di mettere al bando gli accordi in criptovaluta al di fuori del regime legale sperimentale (ELR), un quadro normativo controllato dalla Banca centrale.
L’ELR, attualmente in vigore, consente a determinate aziende di condurre transazioni in criptovaluta e fornisce un canale regolamentato per i minatori per vendere asset digitali a livello internazionale. Mentre la Banca centrale ha suggerito che gli investitori qualificati potrebbero fare trading all’interno di questo ambiente sandbox, la sua leadership rimane contraria a un’adozione più ampia, chiedendo rigide normative e potenziali sanzioni penali per le violazioni.
Nel frattempo, il Ministero delle Finanze ha suggerito un approccio più flessibile, proponendo una categoria di investitori “super qualificati” a cui potrebbe essere consentito di impegnarsi nel trading di criptovalute a determinate condizioni. Le diverse prospettive riflettono un dibattito politico in corso all’interno dei circoli finanziari russi.
Alcuni rappresentanti del settore sostengono che la Russia dovrebbe riconsiderare la sua posizione restrittiva, in particolare alla luce degli sviluppi globali, come l’aumento segnalato degli Stati Uniti delle sue partecipazioni in Bitcoin ed Ethereum. Tuttavia, i funzionari della Banca centrale continuano a respingere qualsiasi possibilità di integrare la criptovaluta nelle riserve finanziarie della Russia, sostenendo che gli investitori al dettaglio dovrebbero essere protetti da quello che considerano un mercato altamente volatile.
Secondo Ledgerinsights, la Banca di Russia ha avanzato proposte legislative per consentire un regime sperimentale di tre anni per gli investimenti in criptovalute da parte di individui facoltosi. L’esperimento si applicherebbe a individui facoltosi con asset superiori a un milione di USD o un reddito annuo superiore a 574mila dollari, nonché a società che sono investitori qualificati. La banca centrale prevede di fornire regole aggiuntive per le istituzioni finanziarie per garantire che gestiscano i rischi in modo appropriato.