Le fragilità del sistema delle crypto con l’evoluzione della digitalizzazione potrebbero costituire un rischio sistemico per il sistema finanziario tradizionale. Questo il rischio che mette in evidenza la vice direttrice generale della Banca d’Italia Chiara Scotti, nel corso di un intervento al congresso Assiom Forex che si svolge a Torino.
Scotti fa l’esempio del Bitcoin: “Un drastico calo del prezzo di Bitcoin potrebbe spingere gli investitori con leva a vendere, amplificando la discesa iniziale del prezzo. Allo stesso modo, se un intermediario dovesse subire perdite in cripto attività’, i suoi creditori potrebbero ritirare fondi su larga scala, costringendo l’intermediario a vendere anche altri asset, amplificando il calo iniziale del prezzo e generando potenziali spillovers verso altre attivita’“.
Con le attuali limitate interconnessioni il contributo delle cripto al rischio sistemico è limitato ma con l’evolversi della digitalizzazione, le interconnessioni tra l’ecosistema crypto e il sistema finanziario tradizionale cresceranno, sia in uno scenario dominato dalle Big Tech, attraverso strumenti in-platform, sia nell’ipotesi di servizi finanziari completamente decentralizzati. Pertanto, all’aumentare delle interconnessioni, le fragilità dell’ecosistema crypto potrebbero divenire destabilizzanti, specialmente se dovessero acquisire una rilevanza sistemica quei crypto-assets privi di valore intrinseco in quanto non ancorati ad alcuna attivita’ dell’economia reale o finanziaria”.