La gestione dei rifiuti in Italia si digitalizza: dal 13 febbraio 2025 le aziende dovranno obbligatoriamente adeguarsi alle nuove modalità di compilazione del Registro Elettronico Nazionale per la Tracciabilità dei Rifiuti (RENTRI) per una migliore tracciabilità e conformità normativa. Tuttavia, il RENTRI non offre un servizio di conservazione digitale dei documenti, e le aziende devono dotarsi di soluzioni affidabili per l’archiviazione a norma. È quindi in questo scenario che Intesa (Gruppo Kyndryl), come service provider accreditato AgID, offre soluzioni affidabili per supportare le imprese nell’adeguamento a questi nuovi obblighi.
“Ancora una volta la tecnologia arriva in supporto al cambio di paradigma della società che è sempre più attenta all’ambiente; è tempo dunque di lasciare in discarica i vecchi sistemi e adottare soluzioni sempre più sostenibili – conferma Marco Broggio, Chief Solutions Officer di Intesa (Gruppo Kyndryl) – Dalla nostra esperienza – che ogni anno mandiamo in conservazione circa 821 milioni di documenti – siamo consapevoli del valore della scelta operata dal Governo: con la registrazione e la conservazione digitale piuttosto che su carta, si evitano innumerevoli quantità di CO2 (si stima che ad esempio per ogni azione di firma elettronica si risparmiano circa 4 grammi di anidride carbonica) oltre a permettere una reperibilità e un rispetto alle regole largamente ottimizzato”.
In tema di sostenibilità l’ambito raccolta e smaltimento rifiuti in Italia ha già fatto importanti passi in avanti: dall’ultimo report ISPRA risulta che il sistema di raccolta differenziata ha raggiunto il 66,6%, e anche il riciclaggio dei rifiuti urbani sale al 50,8%, avvicinandosi così all’obiettivo del 65% previsto per il 2030. Nonostante lo smaltimento in discarica sia sceso al 15,8% (-10,8% rispetto al 2022), aumentano gli impianti di trattamento arrivati a 656 su territorio nazionale.
“Il RENTRI è un ulteriore passo in avanti verso la sostenibilità della filiera, si tratta di una modalità amministrativa che ben si allinea ai valori della salvaguardia ambientale – conferma Broggio – occorre dunque procedere in questa direzione e accelerare il cambiamento”.
Cos’è il RENTRI e quali sono i vantaggi?
Innanzitutto occorre precisare che il RENTRI è lo strumento digitale adottato dal Ministero dell’Ambiente per controllare e garantire la tracciabilità dei rifiuti che va a sostituire il precedente SISTRI (Sistema di controllo della Tracciabilità dei Rifiuti), ormai in disuso dal 2019. Si tratta di una soluzione di gestione digitalizzata del registro di carico e scarico, dei formulari di identificazione dei rifiuti e del MUD, volta a favorire la cooperazione tra le imprese e la pubblica amministrazione per velocizzare la transizione ecologica del comparto.
IL RENTRI è ufficialmente entrato in vigore il 15 giugno 2023, ma è dal 13 febbraio di quest’anno che si prevede l’obbligo di adesione per tutti i trasportatori, intermediari e smaltitori di rifiuti, consorzi istituiti per il recupero e il riciclaggio di determinate categorie di rifiuti, autorità marittime e più in generale imprese con più di cinquanta dipendenti che producono rifiuti pericolosi oppure rifiuti non pericolosi derivanti da lavorazioni industriali oppure artigianali.
I soggetti che da febbraio sono tenuti all’iscrizione e all’adesione delle procedure standard del RENTRI devono obbligatoriamente dotarsi di registri di carico e scarico attraverso nuovi modelli digitali.
La tenuta in modalità digitale dei registri cronologici di carico e scarico per la gestione dei rifiuti è consentita sulla base delle stesse norme che regolano la formazione dei documenti informatici rilevanti come i registri IVA ed i registri contabili. Come tutti i documenti digitali validi ai fini fiscali, quindi, devono essere conservati secondo quanto previsto dal Codice dell’Amministrazione digitale con un sistema che ne preservi i requisiti di autenticità, integrità, affidabilità e leggibilità.
Ma come adeguarsi al RENTRI? Le indicazioni di Intesa
Sicuramente è necessario avere un sistema di archiviazione elettronica (conservazione a norma) in grado di conservare i documenti per almeno tre anni con sistemi in grado di garantire elevati standard di sicurezza e conformità come quelli forniti da Conservatori qualificati AgID. È poi utile dotarsi di una firma elettronica qualificata per velocizzare e certificare le operazioni legate alla gestione dei rifiuti in piena sicurezza, riducendo i tempi operativi e garantendone una piena conformità normativa. Il sigillo elettronico qualificato, regolamentato da eIDAS, è poi uno strumento indispensabile per certificare l’integrità e l’origine dei documenti digitali legati al RENTRI.
Garantisce infatti che i documenti non siano stati modificati dopo la loro emissione e attesta l’identità dell’organizzazione emittente. Vi è poi la marca temporale che aggiunge un riferimento certo e giuridicamente valido ai documenti, certificando la data e l’ora esatta della loro creazione o firma. Questo strumento è essenziale per garantire la tracciabilità e il rispetto delle scadenze previste dalla normativa RENTRI, rafforzando la validità legale dei registri digitali.
“Adeguarsi al RENTRI non è solo un obbligo, ma un’opportunità per le imprese di modernizzare le proprie operazioni, ridurre i costi amministrativi e contribuire attivamente alla tutela ambientale. Soluzioni come la conservazione digitale a norma e l’uso di strumenti certificati quali la firma elettronica e il sigillo elettronico, offrono alle aziende un supporto concreto per affrontare con successo questa transizione, mantenendo la massima attenzione sugli aspetti di sicurezza e conformità normativa”, conclude Broggio.