“Il ritorno di Donald Trump alla guida degli Stati Uniti pone interrogativi di rilievo sulle future dinamiche geopolitiche ed economiche globali. Sin dai primi giorni successivi all’insediamento del 20 gennaio, il neo presidente ha ribadito con fermezza la volontà di ispirarsi al consolidato approccio Maga (Make America Great Again). Questo si tradurrà in protezionismo economico, un approccio rigoroso verso l’immigrazione illegale, relazioni bilaterali strategiche con Cina, Russia e Paesi Brics, e un’attenzione crescente verso tecnologie dirompenti come l’intelligenza artificiale (AI) e le criptovalute“. L’America di Donald Trump e le ripercussioni per l’Europa al centro dell’intervento di Ubaldo Livolsi, professore di Corporate Finance e fondatore della Livolsi & Partners S.p.A..
“Un aspetto cruciale di questa strategia è il ruolo delle nuove tecnologie. Elon Musk, figura chiave dell’ecosistema tecnologico, sembra destinato a giocare un ruolo, diretto e di primo piano, nelle stanze dei bottoni di Washington, a partire dall’efficientamento della burocrazia. Al fianco di Trump si sono schierati altri leader della Silicon Valley, come Mark Zuckerberg (Meta) e Jeff Bezos (Amazon), che hanno partecipato personalmente al giuramento del 47° presidente. Dopo anni di vicinanza ai Democratici, questi colossi tecnologici stanno mostrando interesse per le politiche promosse da Trump. Tra le novità più sorprendenti spicca il lancio delle criptovalute $Trump e $Melania. Questi token digitali, sostenuti direttamente dal presidente e dalla First Lady, hanno registrato una crescita a doppia cifra sin dal debutto, contribuendo a un rinnovato entusiasmo nel mercato delle criptovalute. Non sorprende che anche il Bitcoin abbia toccato nuovi record, in un clima di fiducia e ottimismo alimentato dal ritorno di Trump“.
“Tuttavia, il contesto solleva questioni sul futuro regolamentare. Da un lato, Trump assume il potere in una fase in cui le criptovalute non sono ancora pienamente disciplinate, dall’altro l’approccio pragmatico degli Stati Uniti si scontra con la visione normativa dell’Unione europea. L’Ue, infatti, ha introdotto una regolamentazione sull’intelligenza artificiale, pioniere nel suo genere, ma non priva di limiti. Questa normativa evidenzia un’asimmetria competitiva rispetto agli Usa, dove l’innovazione tecnologica è incentivata senza le restrizioni imposte da regole stringenti. Il confronto transatlantico su AI e criptovalute mette in luce le fragilità strutturali e burocratiche dell’Unione europea, che rallentano l’innovazione e la crescita economica. È fondamentale recuperare un approccio pragmatico e cercare un nuovo spirito collaborativo con l’Amministrazione statunitense, senza rinunciare a un’etica solida su questi temi. Come sottolineo nel mio contributo al libro di Antonio Giannone, Umanesimo Digitale (Edizioni Giuseppe Laterza), l’etica deve rimanere centrale nella regolamentazione delle tecnologie, fondandosi sui valori giudaico-cristiani dell’Europa“.
“Anche l’Italia, pur inserita nel contesto europeo, potrebbe beneficiare di un approccio più pragmatico alle nuove tecnologie. Le difficoltà di Francia e Germania offrono al nostro Paese un’occasione unica: un Governo più stabile, guidato da Giorgia Meloni, e un sistema produttivo flessibile possono posizionare l’Italia in una condizione di vantaggio. Settori strategici come la meccanica, la moda e l’agroalimentare – in cui l’Italia eccelle a livello internazionale – possono trarre notevoli benefici dalle opportunità offerte dalle tecnologie emergenti“.