Nelle ultime settimane Bitcoin, la criptovaluta di maggior valore al mondo, è tornato a fare notizia per l’impressionante corsa al rialzo che l’ha portato a superare i centomila dollari per la prima volta nella storia. Sebbene questo traguardo possa incentivare nuovi investimenti in questi asset digitali, i dati più recenti di Chainalysis mettono in evidenza la necessità di scegliere con attenzione le piattaforme da utilizzare. Infatti, fino a oggi, gli hacker sono riusciti a sottrarre ben 2,2 miliardi di dollari in criptovalute.
Questa somma rubata corrisponde a un aumento del 21% rispetto all’anno precedente e segna il quarto anno consecutivo in cui i criminali hanno rubato oltre un miliardo di dollari in criptovalute. È interessante notare che questa crescita sia stata determinata da 303 singoli episodi di hacking, evidenziando la concentrazione relativamente alta di attacchi e il potenziale di perdite significative anche attraverso singoli incidenti.
Sebbene la quota maggiore di beni rubati nel primo trimestre del 2024 sia stata registrata nella DeFi, i servizi centralizzati sono stati i più colpiti nel secondo e terzo trimestre. Tra gli hackeraggi di servizi centralizzati più rilevanti figurano DMM Bitcoin (maggio 2024; 305 milioni di dollari) e WazirX (luglio 2024; 234,9 milioni di dollari).
“Questo passaggio dalla DeFi ai servizi centralizzati evidenzia l’esigenza di mettere in sicurezza i meccanismi che vengono comunemente sfruttati negli hack, come le private keys – ha dichiarato Eric Jardine, Cybercrimes Research Lead di Chainalysis. La compromissione delle private keys è stata la principale causa di furti di criptovalute nel 2024, pari al 44% – Per i servizi centralizzati, garantire la sicurezza di questi elementi è fondamentale, poiché controllano l’accesso agli asset degli utenti. Dato che le borse centralizzate gestiscono quantità sostanziali di fondi degli utenti, l’impatto di una violazione può essere devastante”.
Nel descrivere come un approccio collaborativo tra il settore pubblico e quello privato sia essenziale per mitigare la crescente minaccia di hacking delle criptovalute, Jardine afferma: “Le iniziative di condivisione dei dati, gli strumenti di tracciamento avanzati e la formazione mirata possono mettere le parti interessate in condizione di identificare e neutralizzare rapidamente gli attori malintenzionati, costruendo al contempo la resilienza necessaria per salvaguardare gli asset di criptovaluta. Promuovendo partnership più forti con le forze dell’ordine e dotando le squadre con risorse e con le competenze necessarie per rispondere rapidamente, il settore delle criptovalute può rafforzare le proprie difese contro i furti. Questi sforzi sono fondamentali non solo per proteggere i singoli asset, ma anche per costruire fiducia e stabilità a lungo termine nell’ecosistema digitale”.