Pimpinella APSP: dall’industria dei pagamenti servizi e posti di lavoro non solo profitti

L’industria dei pagamenti elettronici avanza in Italia “per il volere di consumatori e pmi che in realtà governano questo mondo consapevoli dei vantaggi che offre e soprattutto potrà ancora offrire”. Così Maurizio Pimpinella, presidente della Apsp, l’associazione prestatori servizi di pagamento dopo le parole del Vicepremier e ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini che alla vigilia, a Milano, ha messo nel mirino il mondo delle carte di pagamento (“Stiamo analizzando gli incassi multimiliardari delle societa’ che gestiscono le principali carte di credito, perché ormai non vivi se non hai la carta di credito. Ci sono commissioni incredibili e un sostanziale regime di monopolio”). Pimpinella nella sua dichiarazione ricorda che proprio in questi ultimi giorni dell’anno si concluderanno le offerte commerciali presentate dai Prestatori Servizi di Pagamento a seguito del Protocollo firmato al Mef lo scorso anno con tutte le associazioni degli esercenti e degli artigiani. Un Protocollo “che ha dimostrato la sua efficacia nel corso dell’ultimo anno con ampia soddisfazione proprio degli esercenti (e delle associazioni che li rappresentano) ormai consapevoli del fatto che i pagamenti elettronici sono per loro un alleato e non un avversario da contrastare”. Il presidente dell’associazione Apsp ricorda come un recente studio abbia evidenziato che il 74% delle pmi italiane accettino abitualmente i pagamenti digitali ed abbiano registrato una crescita del fatturato; più della metà degli italiani, poi, paga digitalmente anche per importi di piccola entità. Pimpinella rivela quindi che si sta discutendo con il Mef “l’ipotesi di un prolungamento del Protocollo, ampliandone l’operatività”. A giudizio del presidente Apsp “consumatori ed esercenti hanno ormai compreso il valore abilitante di questa industria che non macina solo profitti come troppo spesso si dice ma che produce posti di lavoro, fa nascere nuovi servizi e contrasta le attività criminose”.