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Home News Economia e Finanza

Space Economy: Italia terza per investimenti in Europa, giro d’affari da 3 miliardi di euro

17 Dicembre 2024
in Economia e Finanza
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Sostenibilità: Multiversity aderisce a United Nations Global Compact  (UNGC)

Global automatization concept. Earth globe in robotic hand, blue panorama background with copy space

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In Europa le vendite finali dell’industria spaziale hanno raggiunto un valore pari a 8,4 miliardi di euro nel 2023, destinate a incrementarsi nei prossimi anni, grazie alla crescita di domanda da parte di attori pubblici e privati: per ogni euro speso, ne vengono creati centododici. Con oltre ottocento imprese costituite nell’ultimo decennio e 63mila occupati, l’Ue è la seconda regione al mondo per investimenti in imprese spaziali nuove e innovative. L’industria spaziale contribuisce positivamente alla bilancia commerciale europea, esportando a livello globale sistemi satellitari completi, servizi di lancio, attrezzature e sottosistemi.

La scienza e l’esplorazione rafforzano le catene di fornitura europee e la loro posizione sui mercati domestici e internazionali e supportano lo sviluppo tecnologico (hardware e software), riducendo la dipendenza dai fornitori esteri. Grazie a una combinazione di tradizione industriale, eccellenza tecnologica e una rete di imprese altamente specializzate, l’industria dello spazio è un settore strategico del futuro, con una filiera estremamente ramificata in diversi settori dell’economia. Delle oltre quattrocento imprese attive in Italia – di cui duecentocinquanta nella parte core strettamente legata alle attività spaziali – il 66% è composto da PMI e il 27% da start-up, a dimostrazione di una forte dinamicità e di un potenziale inespresso. Il giro d’affari realizzato è di quasi tre miliardi di euro (pari allo 0,17% del Pil), complessivo dei finanziamenti pubblici e del fatturato generato dalle imprese di beni e servizi basati su tecnologie spaziali.

Il potenziale di crescita del settore è molto alto: si stima, infatti, che per ogni impiego occupato ne vengano generati quattro nuovi. La Space economy non è costituita da un’unica filiera, ma da una molteplicità di esse fortemente interconnesse che rappresentano tutte le fasi delle diverse catene del valore: dall’upstream, midstream e downstream legati all’attività core, fino a tutti quei prodotti e servizi che dallo spazio supportano le attività terrestri: sistemi di bordo avionici, di propulsione, idraulici, di atterraggio, di controllo ambientale, di avviamento e sorgenti di energia, componenti accessori e motori, fusoliere e strutture varie, prodotti elettrici ed elettronici, meccanica strumentale ad alto valore tecnologico, così come servizi di assemblaggio, sistemi informatici, cloud, cybersecurity.

Per un’impresa essere parte di una o più filiere è essenziale non solo per condividere tecnologie, conoscenze ed esperienze, ma anche per aumentare la produttività e l’accesso ai mercati internazionali. La filiera spaziale, in particolare, presenta diversi punti di forza, tra cui buone capacità di innovazione in settori e prodotti e una base tecnologica e di competenze solida e qualificata, articolata sull’intera catena del valore e l’intera filiera industriale. Nel loro percorso di crescita sia interna che sui mercati internazionali, le imprese italiane della Space economy possono contare anche sul supporto che SACE può offrire loro: Garanzia Green nei processi di transizione migliorando i cicli produttivi con tecnologie sostenibili e a basse emissioni; Garanzia Futuro sui mercati globali, nell’innovazione tecnologica e nel processo di digitalizzazione, negli investimenti in infrastrutture e sostenibilità, nelle filiere strategiche e nelle aree economicamente svantaggiate; recupero crediti e factoring per liberare maggiori risorse finanziare da dedicare al business e agli investimenti.

L’Italia è, inoltre, fortemente coinvolta in programmi internazionali come quelli dell’ESA (Agenzia spaziale europea) e partecipa a progetti dell’Unione Europea legati alla difesa e allo spazio. Gli investimenti nel settore stanno crescendo intensamente: nel 2023 l’Italia è stata il terzo Paese europeo per investimenti realizzandone per 148 milioni di euro, in netta crescita rispetto ai 12 milioni di euro dell’anno precedente, grazie in particolare a quello in D-Orbit, la startup italiana di logistica e trasporti spaziali.

Le potenzialità della Space Economy sono riconosciute dalle istituzioni europee che hanno destinato al programma spaziale 2021-2027 un budget di 14,8 miliardi di euro.

L’Italia mantiene un ruolo di primo piano in questo ambito e in tale ottica la Missione 1 del PNRR – “Digitalizzazione, innovazione e competitività del sistema produttivo” – prevede investimenti in tecnologie satellitari ed economia spaziale per sviluppare connessioni satellitari in vista della transizione digitale e verde, contribuire allo sviluppo del settore spaziale, abilitare servizi come le comunicazioni sicure e le infrastrutture di monitoraggio per diversi settori dell’economia, sia upstream (servizi di lancio, produzione e gestione di satelliti e infrastrutture) sia downstream (generazione di prodotti e servizi).

New Space Economy: lo spazio e le nuove frontiere dell’economia

L’importanza della Space Economy nell’economia globale è un fatto ormai assodato che va oltre il valore di mercato – 630 miliardi di dollari nel 2023 di cui circa 90 miliardi di euro in Europa – e che è destinato a incrementarsi fortemente nei prossimi anni, grazie anche all’adozione e l’implementazione di soluzioni “spaziali” in sempre più settori dell’economia: con un tasso medio annuo di crescita del 9%, entro il 2035 il valore di mercato raggiungerà i 1,8 trilioni di dollari. Tale impulso beneficerà di ingenti investimenti che vedranno il privato sempre più protagonista, anche in partnership pubblico-privato.

La Space Economy è oggi un importante motore di crescita economica e gli investimenti in innovazione e digitalizzazione sono la chiave per mantenere e rafforzare la competitività nazionale, grazie anche ai tanti impieghi “sulla terra” come per esempio servizi di telecomunicazione, monitoraggio climatico, consumo responsabile, impronta carbonica architettura e gestione delle risorse, assistenza sanitaria, farmaceutica (per la ricerca e lo sviluppo di nuovi farmaci) e tecnologie mediche, produzione di semiconduttori e biotecnologie (con la stampa 3D), servizi assicurativi e finanziari, logistica e trasporti.

Nel campo dei trasporti, per esempio, l’Asset Tracking, ossia il monitoraggio costante e puntuale di flussi di merci tra luoghi diversi, beneficia sempre più delle tecnologie di localizzazione spaziale. Nel settore dell’energia i satelliti raccolgono dati che vengono utilizzati per mappare, localizzare e gestire le infrastrutture per la generazione di energia rinnovabile offshore. Così come nell’Agrifood, l’utilizzo delle immagini e dei dati da satellite garantisce, data la vasta ampiezza dei campi coltivati, un efficientamento del monitoraggio delle terre e del raccolto con benefici anche in termini di sostenibilità ambientale. Senza dimenticare che le nuove frontiere spaziali che prevedono il ritorno dell’uomo sulla Luna così come altri progetti, potranno aprire le porte allo sfruttamento di minerali rari essenziali per le sfide della transizione energetica.

La continua evoluzione dei trend tecnologici e commerciali del settore – dalla miniaturizzazione dei satelliti alla diffusione dei micro-lanciatori – contribuisce a garantire la fattibilità economica delle operazioni spaziali. In questo contesto, un ruolo di crescente importanza è giocato dall’Intelligenza Artificiale che, oltre a migliorare velocità e qualità dell’analisi di immagini che dallo spazio giungono a terra, è parte integrante dei sistemi spaziali; integrata a bordo di satelliti riduce la quantità di dati da trasferire e conservare; con la gestione autonoma di diverse attività nelle operazioni satellitari e la robotica nelle esplorazioni spaziali riducono l’intervento umano; la progettazione e il collaudo dei veicoli spaziali ottimizza il comportamento del veicolo spaziale in varie condizioni; fino alla sicurezza dove gli algoritmi dell’IA migliorano la capacità di rilevare e rispondere a minacce di cybersecurity.

Innovazioni tecnologiche come i lanciatori stampati in 3D e la progettazione assistita da computer hanno inoltre permesso di migliorare l’efficienza produttiva, riducendo la complessità dei veicoli spaziali e abbattendo i costi e i tempi di lancio.

Un’occasione “spaziale”, ma la rotta per il successo è ancora lunga e ripida

Nonostante le grandi potenzialità, le aree di miglioramento e i ritardi europei nei confronti dei principali competitor internazionali – su tutti Stati Uniti e Cina – sono ancora diversi. L’Ue sconta infatti un gap competitivo che ha diverse radici: un accesso limitato ai finanziamenti, soprattutto nelle fasi avanzate di sviluppo, e ai contratti pubblici; una forte competizione internazionale, soprattutto da parte di imprese americane e cinesi che beneficiano di maggiori investimenti e supporto governativo; finanziamenti nella ricerca e sviluppo ancora troppo contenuti. Il gap europeo nei “soli” investimenti privati è stimato in 10 miliardi di euro per i prossimi 5 anni.

Le imprese italiane devono far leva sull’eccellenza tecnologica, sull’alta qualità e professionalità della forza lavoro, sulla capacità di fare filiera e lavorare tutte insieme per colmare quel gap non solo fra i confini europei, ma anche internazionali, per accrescere la propria competitività e, conseguentemente, redditività e sostenibilità. Per farlo è necessario semplificare soprattutto le modalità d’accesso al credito per poter realizzare gli investimenti, in particolare per le imprese di piccola e media dimensione e per le tante start up che caratterizzano il settore, e fare formazione per mantenere e accrescere il valore umano e professionale degli occupati e trattenerlo (ancora una volta favorendone gli investimenti) dalla concorrenza internazionale.

Tags: affarieconomiaeuropafinanzainvestimentiitaliaspace economy
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