Coverflex, startup di welfare aziendale specializzata in retribuzione flessibile, già presente con risultati di successo in Portogallo e Spagna, è sempre stata determinata a raggiungere un obiettivo preciso: fornire ai propri clienti una soluzione integrata e digitale.
Arena Digitale intervista Nuno Pinto, Chief Business Officer Coverflex.
Quale ritenete sia attualmente il significato di welfare aziendale?
“Negli ultimi anni il welfare aziendale si è caricato di significato e importanza. Il benessere fisico e mentale, come anche l’equilibrio vita-lavoro, sono diventati punti fondamentali per le persone. Queste ultime chiedono di più alle aziende: vogliono essere ascoltate e desiderano servizi che rispondano alle loro esigenze. Il welfare diventa quindi uno strumento chiave che le imprese possono utilizzare per valorizzare il dipendente, creando un pacchetto retributivo che vada oltre il semplice stipendio e dimostri in modo concreto l’interesse dell’azienda verso la singola persona e la sua famiglia. Inoltre, il welfare può essere a tutti gli effetti un supporto al reddito, se e quando le aziende decidono di allocarvi una percentuale di budget incisiva“.
Come si svilupperà il mercato dei buoni pasto nei prossimi anni?
“In questi giorni stiamo assistendo a un cambiamento importante sul mercato dei buoni pasto. Tramite un emendamento inserito nel Ddl Concorrenza si vuole introdurre un tetto massimo del 5% sulle commissioni applicabili agli esercenti da parte delle aziende emettitrici di buoni pasto. Attualmente sappiamo che molte realtà della ristorazione e della grande distribuzione arrivano a pagare percentuali che talvolta superano il 20%. In tutta questa discussione però mi sembra sia mancato uno stakeholder fondamentale: il dipendente. Per l’ulteriore sviluppo del mercato dobbiamo assolutamente mettere al centro l’utilizzatore finale, ovvero il dipendente, puntando su soluzioni di facile utilizzo, trasparenti e che abbiano un reale impatto positivo sull’intero sistema. Il fatto che si sia riaperta la discussione sulla questione delle commissioni è comunque molto positivo e Coverflex è la prova che un modello diverso, più sostenibile, è possibile. Dal primo giorno sul mercato abbiamo infatti adottato una soluzione a zero commissioni per tutti gli esercenti convenzionati, a prescindere dall’importo della transazione“.
Coverflex ha recentemente festeggiato il suo primo anno sul mercato, con risultati di successo in particolare in Portogallo e in Spagna. Quali sono i prossimi Paesi in cui Coverflex intende raggiungere altri successi?
“Dal primo giorno abbiamo avuto un’ambizione internazionale. Il nostro obiettivo è quello di creare una soluzione paneuropea, studiamo quindi con attenzione il mercato dei benefit in ogni paese e abbiamo già individuato alcune opportunità per il futuro. Inoltre, sono i nostri stessi clienti a chiedere che Coverflex sbarchi su nuovi mercati, così da poterli affiancare anche in altri paesi nei quali sono presenti con ulteriori sedi. Nel corso del 2025 speriamo di poter muovere i primi passi verso un’ulteriore espansione, ma ci tengo a sottolineare che il mercato italiano è la nostra priorità – crediamo in esso, vediamo tutto il suo potenziale e vogliamo fare la differenza“.
Quali sono i dati registrati in Italia?
“Coverflex in Italia conta più di 1.000 aziende clienti. Abbiamo osservato che i dipendenti che hanno accesso alla nostra soluzione utilizzano più del 70% dei budget a loro disposizione nei primi tre mesi dopo l’attivazione del servizio: questo conferma che l’esperienza utente è estremamente semplice. Un altro dato interessante riguarda la conversione del premio di risultato in welfare nelle aziende che prevedono questa opzione. La media nazionale si attesta tra il 15% e il 18%, ma proponendo ai lavoratori un sistema più intuitivo e dei benefit realmente utilizzabili, abbiamo riscontrato medie di conversione molto più alte, che arrivano fino all’80%“.
Quali sono le proposte più personalizzate nell’ambito del welfare aziendale richieste dai dipendenti?
“Quello che chiedono i dipendenti è principalmente la possibilità di scegliere liberamente come utilizzare i propri benefit aziendali, proprio come possono fare con Coverflex. Grazie alla card in dotazione hanno facile accesso a servizi e beni dei brand più amati come Amazon, Netflix, Zara, Booking.com, Airbnb e Ryanair, oppure possono rivolgersi alle piccole attività di prossimità e supportare quindi l’economia locale. Per le persone è fondamentale avere a disposizione una soluzione che permetta loro di destinare il welfare all’utilizzo che più risponde alle proprie esigenze attuali, senza pre-selezione da parte dell’azienda o ostacoli nel riscatto. Nel nostro recente studio “Report sulla Retribuzione 2024” è emerso che i benefit più desiderati sono quelli che danno un supporto concreto al reddito come buoni spesa, buoni pasto e buoni benzina“.
Sono previste nuove partnership nei prossimi anni?
“Lavoriamo costantemente per ampliare la nostra rete di partnership. Nell’ambito del welfare e dei fringe benefit, la scelta è nelle mani del dipendente, perchè il nostro è il network più completo e ampio in Italia anche grazie alla nostra partnership con Visa. Per quanto riguarda i buoni pasto portiamo a bordo ogni settimana nuove insegne e allarghiamo quindi le già molteplici opzioni di utilizzo per i nostri utenti. Per citarne alcune, solo negli ultimi mesi sono entrate a far parte del network Coverflex catene di supermercati come Iper La grande i, Unes, Bennet, PENNY, Coop Lombardia, Nova Coop e Iperal“.