La fine dell’anno si avvicina e l’Italia si trova di fronte a un bivio importante rispetto al tema della transizione energetica. Le detrazioni fiscali del 50%, previste dall’articolo 16-bis sulle ristrutturazioni e applicate all’acquisto di impianti fotovoltaici, sembrano destinate a scadere con la fine del 2024.
Questa misura, introdotta per incentivare l’adozione di energia rinnovabile, ha giocato un ruolo cruciale nel promuovere la crescita del settore fotovoltaico: cosa succederà, dunque, quando verrà meno? A fare un bilancio e a riflettere sull’impatto che queste politiche hanno avuto, ma anche a sondare i possibili scenari futuri, è Soly, la clean energy tech company completamente digitale olandese operativa anche in Italia.
La penetrazione del fotovoltaico in Italia e i benefici sulla sostenibilità
Negli ultimi anni, il mercato del fotovoltaico in Italia ha conosciuto un vero e proprio boom, complici non solo una maggiore sensibilità generale verso la dimensione della sostenibilità, ma anche proprio il sistema di detrazioni fiscali. Secondo i dati del Gestore dei Servizi Energetici (GSE), alla fine del 2022 la potenza fotovoltaica installata ha superato i 25 GW, con un incremento di oltre il 20% rispetto all’anno precedente. L’Italia si colloca tra i leader europei nel campo dell’energia solare, con circa 1,4 milione di impianti fotovoltaici residenziali installati su tutto il territorio nazionale: la maggior parte di questi impianti è di piccola e media taglia, il che conferma come le famiglie italiane abbiano risposto positivamente agli incentivi per l’autoproduzione energetica.
I benefici del fotovoltaico non si esauriscono solo nella produzione di energia pulita, ma hanno effetti tangibili anche nella lotta ai cambiamenti climatici. Infatti, ogni kWh di energia prodotta da fonti solari evita l’emissione di circa 400 grammi di CO2: considerando il 2023, l’energia fotovoltaica ha evitato l’immissione di circa 15 milioni di tonnellate di CO2 in atmosfera. Mantenere gli incentivi del fotovoltaico si traduce nella possibilità di ridurre i costi energetici per i cittadini, ma anche in uno strumento necessario per la salvaguardia del Pianeta.
L’eventuale scadenza delle detrazioni fiscali: rischi e opportunità
In questo contesto, dunque, l’eventuale scadenza delle detrazioni fiscali potrebbe rallentare la crescita virtuosa del mercato. Secondo le stime di ANIE Rinnovabili, infatti,senza il supporto degli incentivi fiscali, il tasso di adozione di nuovi impianti potrebbe subire una flessione pari a circa il 30%: ciò non solo rallenterebbe la diffusione di impianti fotovoltaici, ma potrebbe anche compromettere il raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione dell’Italia, che prevede una quota del 72% di elettricità rinnovabile entro il 2030.
Eppure, emergono dati incoraggianti: un focus esclusivo sull’energia rinnovabile, orientato a promuovere l’adozione degli impianti fotovoltaici e delle pompe di calore, potrebbe invertire la tendenza e stimolare ulteriormente il mercato, soprattutto se attraverso un allineamento a una detrazione pari al 65%. In aggiunta, il governo ha dimostrato un particolare interesse nei confronti delle Comunità Energetiche (CER), ecosistemi locali in cui l’energia prodotta viene condivisa tra i membri della Comunità virtualmente e attraverso una rete, senza che si renda necessario un collegamento diretto. Le CER hanno un impatto sulla dimensione ambientale in quanto favoriscono l’adozione di fonti rinnovabili, riducendo la dipendenza da quelle fossili e, conseguentemente, non solo permettono minori emissioni di gas serra (CO2), ma apportano anche benefici sugli ecosistemi e sul clima. Infine, le CER incoraggiano l’aggregazione sociale e l’educazione alla sostenibilità, divenendo uno strumento per sviluppare modelli di inclusione e collaborazione a supporto del territorio e delle persone.
“Volendo fare un’analisi di contesto, è evidente che le detrazioni fiscali del 50% previste per legge hanno rappresentato una leva fondamentale per la crescita del fotovoltaico in Italia, contribuendo a rendere accessibile la transizione energetica a un numero sempre maggiore di famiglie e imprese. Quello che ci auguriamo, con una punta di ottimismo, è che il Governo opti per rinnovare questi incentivi e che prenda in considerazione di elevarli al 65% per le soluzioni a energia rinnovabile: questa scelta, infatti, potrebbe mantenere, se non amplificare, lo slancio attuale, con benefici significativi sia sul piano economico che ambientale. La transizione energetica è una sfida globale, ma è attraverso scelte locali e politiche lungimiranti che possiamo fare la differenza”, commenta Matteo Artero, Country Manager Italia di Soly.