Negli ultimi anni, l’industria dei servizi finanziari ha subito profondi cambiamenti grazie all’innovazione tecnologica e alla digitalizzazione, ma ora si trova ad affrontare nuove minacce informatiche. Per affrontare queste sfide e presentare nuovi strumenti antifrode, CBI ha organizzato a Roma un incontro e una tavola rotonda intitolata “Name Check e Safe Trade: strumenti antifrode”.
Liliana Fratini Passi, Direttore Generale di CBI S.c.p.a. Società Benefit, ha spiegato: “Il quadro normativo ha delineato un insieme di regole europee, dalla Instant Payment Regulation, alla revisione della Payment Service Directive 2, fino al Digital Operational Resilience Act, una direttiva europea che entrerà in vigore il primo gennaio 2025. L’obiettivo è di definire e supportare gli intermediari finanziari nel controllo delle cosiddette terze parti. La sfida consiste nel coniugare l’innovazione digitale per creare nuovi servizi, mantenendo al contempo un rigido controllo sui rischi associati a queste nuove operatività eccellenti”.
CBI, ora Società Benefit, è un’azienda partecipata da circa 400 banche e altri intermediari. Gestisce un’infrastruttura di scambio di dati finanziari e sviluppa servizi innovativi nel campo dei pagamenti digitali, dell’open banking e dell’open finance. Dopo il successo del Check-IBAN, ha introdotto il “Name Check” sul mercato. Fratini Passi ha dichiarato: “Questo strumento consente di verificare, prima di effettuare un bonifico, la corrispondenza tra il nome e il codice IBAN del destinatario, sfruttando anche paradigmi di Intelligenza Artificiale e di Machine Learning”.
Un altro servizio che promette di migliorare la stabilità e l’efficienza del settore finanziario è “CBI Safe Trade”. Questo servizio permette di raccogliere in un unico database le informazioni sulle fatture anticipate, in ottica multi-banca e multicanale, con l’obiettivo di mitigare il rischio di utilizzo fraudolento delle fatture per l’erogazione del credito da parte degli intermediari.