La Guardia di Finanza (GdF) ha avviato i primi controlli sulla corretta tassazione delle criptovalute, dopo un periodo di analisi. Le verifiche riguardano soprattutto anomalie fiscali e il potenziale rischio di riciclaggio. La Banca d’Italia ha confermato l’adozione di nuove soluzioni tecnologiche per il rispetto degli obblighi antiriciclaggio.
Le criptovalute sono sotto stretta osservazione per il loro uso frequente in attività illecite e finanziamenti illeciti. La circolare operativa della GdF di marzo 2024 sottolinea la necessità di una maggiore cooperazione internazionale per monitorare queste attività.
Due importanti sviluppi hanno favorito questo controllo: la voluntary disclosure sulle criptoattività introdotta con la legge di bilancio 2023, e la definizione della disciplina fiscale delle criptovalute delineata dalla circolare dell’Agenzia delle Entrate del 20 ottobre 2023. Nonostante questo, le segnalazioni di operazioni illecite con criptovalute sono aumentate, compresi sequestri legati a truffe finanziarie e, recentemente a Torino, un caso di evasione fiscale su vendite di NFT (Non-Fungible Token) per un valore di 3,3 milioni di euro.
L’indagine Fintech della Banca d’Italia ha rivelato che l’80% degli intermediari finanziari utilizza o sta sviluppando tecnologie innovative per rispettare gli obblighi antiriciclaggio, con un aumento del 20% rispetto all’anno precedente. Questa adozione è spinta dalla digitalizzazione, dai rischi crescenti di riciclaggio e finanziamento del terrorismo, e dalla diffusione delle cripto-attività. Le tecnologie avanzate, come intelligenza artificiale e machine learning, stanno diventando cruciali per il monitoraggio delle operazioni e la profilatura del rischio. Tuttavia, permangono sfide operative, come la formazione degli utenti e la protezione della privacy dei dati.