di Pierfrancesco Malu
Arena Digitale intervista l’olimpionico nel triathlon Alessandro Fabian, atleta olimpico sia a Londra 2012 che a Rio 2016 che ha scelto di investire nella startup Your Personal Trainer di Valentina Righetti. L’esperienza di Alessandro, mostra come nella vita e nello sport la cosa importante sia mettersi sempre alla prova lavorando sui propri limiti con l’obiettivo costante di migliorarsi. Dall’intervista, emerge uno spaccato di capacità che avvicinano il mondo della finanza e quello dello sport, soprattutto alla fine del percorso agonistico.
La decisione di investire in una startup del fitness deriva dal desiderio di rimanere vicino allo sport o si tratta di una normale opportunità di business?
Ho scelto di investire in Your Personal Trainer perché penso sia una buona opportunità di business ma attraverso cui posso rimanere al contempo legato al mondo dello sport, la mia vera passione, un settore a me affine e che continuo a sostenere.
Quale ritiene sia il suo livello di competenze digitali e finanziarie e quanto queste hanno influito sulla decisione di intraprendere questa seconda vita professionale?
Non sono uno specialista, ho un livello medio di conoscenza nei settori digitali e finanziario, ma sono una persona curiosa e la mia filosofia di vita è sempre stata quella di intraprendere nuove strade con l’obiettivo di vivere esperienze diverse, soprattutto se legate al mondo del business. Fino ad oggi sono stato un atleta professionista, e la possibilità di allargarmi ad altre esperienze, comunque collegate allo sport, per me è alla base della mia scelta, un must.
Nel prendere la sua decisione ha seguito i consigli di amici o consulenti o ha provveduto da solo?
Mi sono certamente confrontato con amici che già hanno esperienza di questo tipo, ma anche con il mio consulente finanziario che mi ha consigliato di diversificare le forme di business. E poi in questi anni è maturata la mia vena imprenditoriale e con essa la voglia di mettersi in gioco.
Gli sportivi, soprattutto quelli più famosi degli sport che godono di maggiore seguito, spesso diversificano entrate ed investimenti diventando imprenditori. Tuttavia, questa fetta di “atleti lungimiranti” è ancora residuale rispetto ai tanti che finiscono ai limiti dell’indigenza per incapacità gestionale o scarsi mezzi. Cosa si sente di consigliare a questi ultimi?
Gli sportivi non sono imprenditori e non sempre il loro desiderio di mettersi alla prova viene ripagato con successo economico dell’impresa, ma l’indole di uno sportivo è sempre quella di mettersi alla prova, di accettare nuove sfide e se vuoi raggiungere alti livelli e raggiungere ciò che vuoi, devi sempre costantemente metterti in gioco. Per me investire in startup sportive, significa provare nuove strade ed esperienze, che possono portare ad un ritorno economico oppure no, ma da sportivo restano comunque delle esperienze che in futuro potranno portare a scelte migliori e ad una maggiore consapevolezza, anche dal punto di vista imprenditoriale.
A seguito dell’investimento in YPT, ci sono altri progetti nel quale vorrebbe lanciarsi?
Sicuramente l’investimento in YPT è stato un passo importante, perché ho condiviso una filosofia comune con la founder, Valentina Righetti, ed i suoi soci e questo è stato il primo passo per essere un imprenditore nello sport. Per il futuro, possibile che nascano altri progetti, ma non nell’immediato. Conservando una mentalità da atleta, questo ora è il mio obiettivo principale, ma possibile che ne nasceranno altri in futuro, perché sento di essere un vulcano di idee e di energia.