“Abbiamo particolarmente apprezzato la volontà del Legislatore di proporre una visione d’insieme degli interventi per la valorizzazione del Made in Italy, tema sul quale è necessaria un’azione di sistema che metta in relazione tutti gli asset su cui si fonda questo immenso patrimonio produttivo. Il Disegno di legge, tuttavia, non riserva adeguata attenzione alla filiera del turismo e al ruolo che la ristorazione svolge al suo interno. Parliamo di un comparto, quest’ultimo, che attrae 22 miliardi di euro di spesa dei turisti, di cui 10 miliardi provengono dagli stranieri e che con 43,5 miliardi di euro è il primo settore per valore aggiunto della filiera agroalimentare”. Così Roberto Calugi, Direttore Generale FIPE-Confcommercio, e Luciano Sbraga, Vice Direttore Generale di FIPE-Confcommercio, auditi oggi dalla X Commissione (Attività produttive, commercio e turismo) della Camera dei Deputati nell’ambito dell’esame in sede referente del disegno di legge recante disposizioni organiche per la valorizzazione, la promozione e la tutela del made in Italy.
“Andando nel dettaglio, come Federazione riteniamo opportuna una modifica, tra le altre, dell’articolo 25 del DDL che disciplina la certificazione distintiva di ‘ristorante italiano nel mondo’. Nel testo, infatti, la ristorazione italiana all’estero viene derubricata a semplice terminale delle produzioni agroalimentari nazionali. In realtà, a nostro avviso, andrebbe enfatizzato il ruolo degli imprenditori che credono nella cucina italiana e che, grazie alle loro conoscenze e capacità, ogni giorno valorizzano l’Italia nel mondo. Sotto questo profilo, andrebbe ripreso e rilanciato il disciplinare che ha ispirato il progetto ‘Ospitalità italiana’ promosso da Unioncamere con il contributo delle principali associazioni di categoria, anche per dare continuità alle migliaia di imprese che vi hanno aderito.
In termini di valorizzazione della ristorazione come componente fondamentale del made in Italy è necessario intervenire con un piano di investimenti che favorisca la transizione digitale delle aziende, l’ammodernamento degli impianti di produzione per un maggiore efficientamento energetico, lo sviluppo delle competenze e del capitale umano, l’implementazione di piattaforme logistiche per una migliore integrazione tra ristorazione e agricoltura di qualità”.