Su proposta del ministro Giancarlo Giorgetti è stata approvata dal Consiglio dei ministri la Nota di aggiornamento al DEF (NADEF) del 2023 con le nuove previsioni per il triennio 2024-2026.
Il documento è stato predisposto tenendo conto “di un quadro economico-finanziario su cui gravano gli effetti di una politica monetaria restrittiva basata sull’aumento dei tassi d’interesse e le conseguenze del conflitto russo- ucraino” dice Giorgetti.
“Il governo – prosegue – si è mosso secondo una politica di bilancio seria, responsabile e prudente consapevole che fare debito non è mai una buona cosa ma, allo stesso tempo, considerando che l’aiuto alle famiglie con redditi medio bassi deve essere comunque confermato.
Di conseguenza abbiamo rideterminato – sottolinea – la previsione di crescita per il 2023, il 2024 e gli anni successivi, aggiornando anche il livello di indebitamento che ogni anno ci possiamo permettere”.
Per l’anno in corso, spiega il titolare di via Venti settembre: “per l’effetto del superbonus abbiamo dovuto incrementare l’indebitamento dal 4,3% – che avremmo abbondantemente realizzato mantenendolo sotto l’obiettivo in Europa che era al 4,5% – fino a 5,3%.
Per l’anno 2024 – prosegue il ministro – abbiamo previsto un indebitamento del 4,3% sul Pil che ci permetterà di confermare la decontribuzione già decisa l’anno scorso, di confermare e di potenziare gli interventi a favore della famiglia e di avviare l’applicazione della delega fiscale con il primo scaglione del 23%”.
Gli effetti negativi del superbonus sui conti pubblici comporteranno sacrifici su altri fonti di spesa di cui però, dice Giorgetti, “siamo consapevoli perché le priorità sono appunto quelle che abbiamo segnalato.
Dobbiamo scontare, ed è il motivo per cui il debito cala così lievemente, il fatto che abbiamo più di 80 miliardi di debiti fiscali dai bonus edilizi che scenderanno e che dovranno essere onorati nei prossimi 4 anni.
In assenza di questi il nostro debito sarebbe sceso di un punto percentuale all’anno, esattamente come richiesto dagli altri Paesi europei”.
Riguardo al quadro di finanza pubblica previsto nella NADEF, il governo ritiene che non crei alcun conflitto né con la Commissione europea né con i mercati perché, afferma Giorgetti, “è improntato al principio della responsabilità e della prudenza con interventi indispensabili e necessari per assicurare la coesione sociale.
L’aumento dei tassi d’interesse generato dalla politica restrittiva brucia risorse nell’ordine di 14-15 miliardi, sottratti ovviamente a interventi attivi a favore dell’economia e delle famiglie: è un buon motivo per non creare debito ma ovviamente dobbiamo ridurre gli effetti negativi su tutti noi”, conclude il ministro.