A conclusione dell’incontro organizzato da Forza Italia nella Sala della Regina della Camera, affidato al cardinale Angelo Bagnasco, l’arcivescovo emerito di Genova ed ex presidente della Cei, fa un appello politico: un incontro fra cattolici cui dar vita «in ambito prepolitico», che definisce «urgente», allo scopo di contribuire allo «studio della dottrina sociale della Chiesa», per trarne indicazioni stringenti per l’azione politica e «superare l’oblio del passato», ossia quel senso di inconsistenza, di improvvisazione che sembra caratterizzare l’attività politica attuale.
Perché, denuncia Bagnasco «visioni antropologiche opposte sfidano i cristiani in ogni parte del mondo». Il dialogo, la mediazione «sono un metodo da seguire, un mezzo, non un fine», ammonisce il cardinale, non su tutto si può mediare. E indica tre valori. La vita umana, la liberta educativa, «che va esercitata dai genitori, senza che lo Stato, e nemmeno la Chiesa possano sostituirsi», e la famiglia, «il luogo naturale della prole e del futuro di un Paese». Su questi valori la Chiesa «esperta di umanità» ricorda che una mediazione non è possibile. E non per ragioni confessionali, ma in nome del diritto naturale, perché, ammonisce ancora Bagnasco, «senza una antropologia integrale non è possibile una buona politica». E «non esiste – ricorda – solo l’inquinamento atmosferico, c’è anche un inquinamento morate e intellettuale al quale assistiamo».
In questo panorama piuttosto desolante tocca ai cattolici provare a unire, riprendendo in mano il tessuto connettivo di cui questo Paese è fatto, fin dalla nascita della Repubblica e della Costituzione.