È stata firmata oggi la Dichiarazione d’Intenti che sancisce la collaborazione tra il Comando Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale, rappresentato dal Comandante, Generale di Brigata Vincenzo Molinese, e Intesa Sanpaolo, nella persona del Dott. Paolo Maria Vittorio Grandi, Chief Governance Officer, e del Dott. Stefano Lucchini, Chief Institutional Affairs and External Communication Officer.
La cerimonia si è tenuta nella Caserma La Marmora a Roma, sede del Reparto Operativo del Comando Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale.
La collaborazione tra il Reparto specializzato dell’Arma dei Carabinieri e Intesa Sanpaolo ha come obiettivo la promozione della legalità e la valorizzazione e tutela del patrimonio culturale nazionale. Il traffico clandestino di beni culturali e le aggressioni ai danni delle istituzioni museali richiamano la necessità di una stretta collaborazione anche con le società private, in particolare quelle fortemente attente alla salvaguardia dei beni culturali e alla promozione della cultura come Intesa Sanpaolo. L’attenzione allo sviluppo e all’implementazione di attività e soluzioni tecnologiche per l’identificazione dei beni culturali dirottati sul mercato illecito, la loro autenticazione e protezione sono evidenziate anche dalla “Banca dati dei beni culturali illecitamente sottratti”, gestita, alimentata e sviluppata, in via esclusiva, dai Carabinieri dell’Arte: unica al mondo con oltre 1,3 milioni di opere catalogate, dal 1980 è un punto di riferimento per i sistemi informativi di settore di tutto il pianeta.
La Dichiarazione d’Intenti prevede inoltre iniziative di diffusione della cultura della legalità attraverso l’allestimento di esposizioni temporanee dei beni culturali recuperati, frammenti della nostra storia e della nostra cultura che vengono così restituiti alla collettività, anche allo scopo di sensibilizzarla sulla necessità di tutelare il patrimonio storico identitario del nostro Paese.
Il Comando Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale è stato istituito nel 1969, precedendo in tal modo di un anno la Convenzione Unesco di Parigi del 1970, con la quale si invitavano gli Stati Membri ad adottare le opportune misure per impedire l’acquisizione di beni illecitamente esportati e favorire il recupero di quelli trafugati, nonché a istituire uno specifico servizio di low enforcement a ciò finalizzato.
Il Comando, inserito funzionalmente nell’ambito del Ministero della Cultura quale Ufficio di diretta collaborazione del Ministro, svolge compiti concernenti la sicurezza e la salvaguardia del patrimonio culturale nazionale attraverso la prevenzione e la repressione delle violazioni alla legislazione di tutela dei beni culturali e paesaggistici.
Il particolare settore di tutela è un comparto di specialità che è stato affidato in via prioritaria all’Arma con Decreto del Ministero dell’Interno del 12 febbraio 1992, successivamente ribadito con Decreto del 28 aprile 2006 del medesimo Ministero, che, nel confermare il ruolo di preminenza dell’Arma nello specifico settore, ha attribuito al Comando Carabinieri TPC la funzione di polo di gravitazione informativa e di analisi a favore di tutte le Forze di polizia.
Il Comando è composto da militari in possesso di specializzazione ad hoc acquisita con la frequenza di specifici corsi in materia di “Tutela del Patrimonio Culturale”, organizzati d’intesa e in collaborazione con il Ministero della Cultura. L’attuale articolazione del Comando Carabinieri TPC prevede a livello centrale un Ufficio Comando, quale organo di supporto decisionale del Comandante nell’azione di comando, controllo e coordinamento delle attività di istituto in Patria e all’estero, un Reparto Operativo con competenza sull’intero territorio nazionale e oltre confine (a sua volta suddiviso in tre sezioni Antiquariato, Archeologia, Falsificazione e Arte Contemporanea) e, a livello periferico, 17 Nuclei, con competenza regionale o interregionale alle dipendenze dei Gruppi Carabinieri TPC di Roma e Monza.
Nel 2022 i Carabinieri del Comando Tutela Patrimonio Culturale hanno recuperato 80.522 beni d’arte per un valore complessivo stimato di € 84.274.073. Questo il dato d’insieme nel dossier “Attività Operativa 2022” dell’Unità specializzata dell’Arma, istituita nel 1969 per onorare l’articolo 9 della Costituzione italiana “la Repubblica tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione” e che, in mezzo secolo di vita, ha restituito al pubblico o ai legittimi proprietari più di tre milioni di beni culturali, nonché sequestrate circa 1.368.267 opere false.
Strumento fondamentale a supporto dell’attività investigativa dei Carabinieri dell’Arte la “Banca Dati dei Beni Culturali illecitamente sottratti”, gestita dal Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale: essa trova previsione normativa nell’art. 85 del Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio (D.Lgs. 42/2004), costituendo il “polo di gravitazione informativa e di analisi” che i Carabinieri dell’Arte svolgono nello specifico settore, a favore di tutte le FFPP nazionali, ai sensi del Decreto Ministro Interno 28 aprile 2006. La sua origine, risalente al 1980, la qualifica come primo e unico database al mondo dedicato al contrasto del traffico di opere d’arte ed è tuttora un punto di riferimento per i sistemi informativi di settore. La banca dati, con oltre 1.300.000 di beni catalogati, contiene le informazioni descrittive e fotografiche relative ai beni culturali da ricercare che pervengono dai Reparti territoriali dell’Arma, dalle altre Forze di Polizia, dalle Soprintendenze del Ministero della Cultura, dagli Uffici Doganali e da INTERPOL.
Intesa Sanpaolo, prima Banca del Paese, emerge da protagonista nel panorama della tutela, promozione e valorizzazione del patrimonio culturale italiano.
Palazzi, collezioni d’arte e archivi, ereditati dagli istituti bancari progressivamente entrati a far parte del Gruppo, costituiscono un vastissimo patrimonio che quotidianamente viene protetto e, contemporaneamente, condiviso con il pubblico attraverso il Progetto Cultura, il piano pluriennale delle iniziative ideate e realizzate direttamente dalla Banca attraverso la propria Direzione Centrale Arte, Cultura e Beni Storici.
Il polo museale delle Gallerie d’Italia espone una selezione delle circa trentacinquemila opere di proprietà della Banca – tra cui il Martirio di sant’Orsola di Caravaggio – nelle sedi di Milano, Napoli, Torino e Vicenza. Accanto alle esposizioni permanenti, le Gallerie d’Italia propongono mostre temporanee allestite seguendo accurati progetti scientifici in collaborazione con musei di tutto il mondo, organizzano laboratori didattici, attività rivolte a persone fragili e iniziative culturali dedicate ai molti, diversi, “pubblici” appassionati di cultura.
Un caposaldo del Progetto Cultura di Intesa Sanpaolo è il programma “Restituzioni”, istituito nel 1989 con il fine di restaurare e valorizzare opere d’arte del patrimonio nazionale. Ad oggi oltre duemila capolavori, dal Nord al Sud dell’Italia, sono stati restituiti alla collettività e numerosi siti archeologici, chiese e musei hanno beneficiato del programma. Ogni due anni la Banca, in collaborazione con le Soprintendenze e gli enti di tutela, individua opere bisognose di intervento, ne sostiene il restauro e organizza le mostre temporanee che permettono al pubblico di apprezzarne l’originaria bellezza.
Il programma si impegna inoltre nel restauro di opere monumentali come gli affreschi giotteschi dell’Abbazia di Chiaravalle e la grande tela di Paolo Veronese, “Cena” di San Gregorio Magno, nella Basilica di Monte Berico a Vicenza, in occasione dei 30 anni di “Restituzioni”.
Progetto Cultura lavora in dialogo continuo con istituzioni e musei nazionali e internazionali, pubblici e privati, per il sostegno dei loro progetti e la realizzazione di iniziative congiunte.
La Banca cura con assiduità anche l’Archivio Storico, memoria di Intesa Sanpaolo ma anche bene culturale collettivo.