Il fenomeno di consolidamento del digitale è ormai realtà in Italia, con l’innovazione nel mondo dei pagamenti percepita come un elemento di successo da parte di piccole-medie imprese ed esercenti, desiderosi di avviare per il proprio business quella trasformazione smart che sia anche sostenibile. Questo è quanto emerge dai risultati della ricerca “Step into the Next Economy: il digitale come leva strategica per il futuro delle PMI”, realizzata in collaborazione con AstraRicerche e presentata in occasione del Mastercard Innovation Forum 2023, l’evento annuale dedicato al futuro dei pagamenti. Attraverso 804 interviste online, la ricerca ha indagato il grado di digitalizzazione e innovazione di PMI ed esercenti italiani, con l’obiettivo di restituire una panoramica accurata del loro rapporto con i pagamenti digitali e le tecnologie che, oggi e in futuro, plasmeranno il loro modo di fare business.
Digitalizzazione e innovazione: il punto di vista di piccole-medie imprese ed esercenti in Italia
Secondo la ricerca, il 43,4% di chi fa business in Italia tra PMI ed esercenti è molto vicino a questi temi, con il 39,1% che mostra fierezza e orgoglio per ciò che la propria realtà fa in materia di digitalizzazione e innovazione. Non mancano poi sentimenti di competizione rispetto a quanto fanno i concorrenti nei propri e altri settori, per il 36,6%, a sottolineare la voglia e la necessità di stare al passo con i tempi ed accelerare la trasformazione digitale. Conferma lo stesso grado di positività il 37,9%, che non smette mai di sorprendersi positivamente di fronte a nuove proposte e idee tecnologiche.
Tuttavia, al momento di valutare concretamente l’attuale livello di digitalizzazione della propria attività, il 24,5% degli intervistati si considera digitalmente indietro, evidenziando ancora una volta le potenzialità e gli enormi margini di miglioramento. Colpisce, in proposito, l’impatto della dimensione sulla valutazione della propria digital readiness, più diffusa tra le realtà con un numero di dipendenti superiore a 20, e il ruolo di donne e giovani under 35 come driver per l’innovazione. Sono infatti proprio le donne (46%) e i più giovani (45%) a dare i giudizi più positivi, a testimonianza del loro ruolo chiave per favorire la digitalizzazione.
“Il digitale può offrire alle PMI e agli esercenti italiani, spina dorsale dell’economia del nostro Paese, una grande spinta per crescere e colpisce positivamente il ruolo delle generazioni più giovani e delle donne, che si fanno promotori del cambiamento per quanto riguarda l’innovazione e sostenibilità. Siamo dunque nella giusta direzione per raggiungere gli obiettivi di digitalizzazione previsti nel PNRR e siamo chiamati a continuare a lavorare con il massimo impegno per favorire questo processo come sistema Paese, promuovendo le competenze digitali di cittadini ed imprese e lavorando all’accessibilità ai servizi pubblici”, ha dichiarato Michele Centemero, Country Manager Italia di Mastercard.
Strumenti di pagamento e prospettive: il futuro è qui
Attualmente, le transazioni in contanti rappresentano ancora le principali modalità di pagamento (costituendo oggi 3,54 pagamenti su 10), seguite però subito dalle carte di pagamento (3,02). Tuttavia, con riferimento alle dimensioni delle imprese, si osserva come il digitale sia già realtà: al crescere del numero di dipendenti, aumenta anche l’utilizzo delle carte rispetto al denaro contante.
I pagamenti con le carte sono una realtà consolidata e in rapida espansione in un futuro immediato. Nell’ipotesi di dover scegliere un solo strumento di pagamento in assoluto, la preferenza ricade infatti sulle carte, che per la prima volta superano i contanti attestandosi al primo posto (27,9%). Il denaro contante fa registrare il 23,3%, seguito dal 20,7% totalizzato dal pagamento via smartphone o wearable device.
Se si analizza la propensione di utilizzo a medio termine, i pagamenti via smartphone o wearable device sono in cima alle preferenze delle PMI come strumento di pagamento (con uno sguardo a 3 anni per il 48,4%) e a lungo termine (a 10 anni per il 44,2%). Seguono le carte di pagamento nella preferenza a 3 anni (45,7%) e a 10 anni (37,7%) e, infine, il pagamento tramite piattaforme web o via app collegabili direttamente al conto corrente, rispettivamente 33,6% e 36,1%.
Il digitale offre vantaggi e benefici tali da trasformare piccoli imprenditori ed esercenti in convinti sostenitori dell’innovazione nei pagamenti.
Gli strumenti di pagamento B2B: opportunità e sfide
Per quanto riguarda i pagamenti commercial e aziendali, la ricerca evidenzia come lo strumento più largamente utilizzato sia il bonifico bancario (55,1%), seguito subito dopo dalla carta di pagamento (30,4%), dai contanti (29,6%) e da SEPA Debit / RID (27,7%). Segnali positivi si intravedono inoltre rispetto ai pagamenti più smart: smartphone o wearable device raggiungono il 16,8%, toccando addirittura il 21% tra gli under 35%, mentre le piattaforme web o via app collegabili direttamente al conto corrente si attestano al 16,5%, a conferma di quanto le abitudini B2C possano influenzare il mondo commercial.
La popolarità delle carte di pagamento si riflette anche nelle carte business, ritenute fondamentali per il campione, che però si aspetta sempre più servizi aggiuntivi come offerte e agevolazioni negli acquisti (49,6%), strumenti per la digitalizzazione dell’attività (41,3%) e supporto e formazione legata allo sviluppo di competenze per migliorare il proprio business (22,1%).
Infine, nell’approccio alla gestione dei pagamenti aziendali appare come importante il tema della sicurezza: 1 intervistato su 3 (34,1%) denuncia di aver subito raggiri e truffe, un tema su cui si concentrano le nuove soluzioni e innovazioni per la sicurezza.
Innovazione digitale: la chiave per accelerare il business delle PMI
Secondo quanto emerge dalla ricerca, oltre la metà del campione (59%) si dice interessata a saperne di più sulle diverse soluzioni digitali disponibili sul mercato, con una buona parte che ne ha già fatto uso, concentrandosi su siti web ed e-commerce evoluti (68,5%), soluzioni di sicurezza informatica (68%), soluzioni digitali (64,4%), analisi dei dati (58%) e Intelligenza Artificiale generativa (51,7%).
Sebbene il campione associ a tali soluzioni grandi opportunità, come ad esempio il consolidamento del rapporto con il cliente e il conseguente vantaggio competitivo che ne deriva, permangono ancora alcuni elementi di difficoltà, soprattutto in termini di investimento di tempo e risorse con riferimento a tecnologie più recenti come l’Intelligenza Artificiale generativa e il metaverso. È proprio per questo motivo che, fra tutte, il sito web e l’e-commerce evoluto riscuotono il maggiore interesse per il futuro: prima senza pari per 1 intervistato su 3 (32,5%) e fra le prime tre più interessanti per il 69,8% dei rispondenti.
L’e-commerce è la chiave per un business di successo
L’e-commerce è ormai sempre più diffuso tra gli intervistati, che negli anni hanno saputo riconoscere ed apprezzare i grandi vantaggi legati alla vendita online. La metà del campione (50,4%) lo utilizza per la vendita dei propri prodotti/servizi, preferendo siti proprietari (35,1%) rispetto a marketplace di terzi (15,3%, un dato che sale al 20% nel canale HoReCa), e lo ritiene una leva strategica per la propria attività (65,7%).
Un ulteriore elemento positivo che emerge dalla ricerca è che il 32,1% del campione, pur non ricorrendo oggi all’e-commerce, non esclude di poterlo fare in futuro.
Andando nel dettaglio del ricevimento degli ordini a distanza, la modalità più diffusa è tramite sito web (73,3%), seguita da canali più tipici di realtà dalle dimensioni contenute come l’uso di WhatsApp/Telegram (32,8%), telefono (25,9%) e SMS (17%). Per la consegna dei prodotti, invece, la tendenza più diffusa è quella di affidarsi a un servizio di delivery esterno (46,9%), seguita dal ritiro da parte del cliente nel punto vendita (41,5%) a conferma dell’affermazione delle modalità di acquisto phygital e, infine, dalla consegna diretta da parte del retailer (39%).
Fare business in modo sostenibile: le donne sono in prima linea
Responsabilità e attenzione alla sostenibilità si riflettono costantemente nel modo di gestire l’impresa. La sostenibilità rappresenta un pillar fondamentale per 7 imprenditori su 10, sottolineando come negli ultimi anni la forbice tra impatto ecologico e impatto sociale si stia sempre più assottigliando. Per il 70,5% dei rispondenti, infatti, è importante la ricaduta positiva che la propria attività può generare su persone, comunità e territorio, sempre più vicina alla sensibilità ambientale importante per il 75% di PMI ed esercenti. Risalta inoltre positivamente in questo contesto la sensibilità delle donne, spiccata soprattutto nelle realtà a guida e/o a prevalenza femminile, motivo per cui la loro partecipazione attiva è fondamentale in un’ottica di sviluppo inclusivo e sostenibile dove tutti possano avere uguali opportunità.
L’importanza di un’attenzione alla sostenibilità pura e continuativa è percepita da oltre la metà dei rispondenti come valore aggiunto per il proprio business ed è considerata un vantaggio competitivo nei confronti della clientela in termini di sviluppo, fidelizzazione e miglioramento del volume di affari. Questo vale tanto per l’impegno ambientale (per il 64,9%), quanto per l’impegno sociale (per il 60,9%).
Tra le iniziative concrete più diffuse tra PMI ed esercenti vi è lo smaltimento sostenibile dei rifiuti (47,5%), l’utilizzo efficiente di energia per ridurre gli sprechi (41,5%), l’adozione di un comportamento responsabile nei confronti dei propri dipendenti (39,8%), l’utilizzo di materiale riciclato, riciclabile e/o biodegradabile nel packaging (37,9%), la riduzione delle emissioni di CO2 (25,5%) e la promozione di iniziative culturali legate a progetti sostenibili (24,6%). Solo il 2% dei rispondenti afferma infatti di non svolgere alcuna azione in tal senso.