di Maurizio Pimpinella
La sicurezza dei dati è una questione fondamentale nella società digitale. Con il crescente utilizzo delle tecnologie digitali, i rischi di cyber-attacchi e di violazione dei dati stanno aumentando, e la protezione dei dati dei cittadini e delle imprese diventa sempre più importante. In Italia, nel 2022, sono stati effettuati 1.855 milioni di euro di investimenti (+18% sul 2021) in cybersecurity: il maggiore incremento percentuale negli ultimi 5 anni. Ciononostante, il nostro Paese è all’ultimo posto tra i paesi del G7 nel rapporto tra investimenti per la difesa digitale e Pil (dati Osservatorio PoliMi), in uno scenario però in cui, nel primo semestre dell’anno, gli attacchi gravi rilevati da Clusit erano aumentati dell’8%. È notizia recente, ad esempio, che l’Italia è tra i primi cinque paesi al mondo quanto ad esposizione ransomware. Si tratta di un pericolo reale che, come abbiamo visto, riguarda tanto le imprese quanto i cittadini e le istituzioni e che oggi approfondiremo in una sessione esplicitamente dedicata al tema. L’economia dei dati e quindi anche la loro tutela è un aspetto cruciale del digitale. I dati sono un asset fondamentale per molte imprese e organizzazioni, e la loro gestione e monetizzazione può essere fonte di grande valore economico. Secondo uno studio di IDC, entro il 2025 il mercato globale dei dati potrebbe raggiungere i 229 miliardi di dollari. L’Unione Europea ha lavorato a fondo per garantire gestione e tutela, come vedremo anche nel corso delle relazioni odierne dobbiamo anche osservare come una migliore e adeguata valorizzazione dei dati possa rappresentare un significativo volano di crescita e sviluppo economico e sociale per tutto un sistema imprenditoriale e non solo.