Il regolamento stabilisce il quadro per l’elaborazione delle specifiche di progettazione ecocompatibile dei prodotti sostenibili nel quadro del piano d’azione per l’economia circolare e prevede l’introduzione di un passaporto digitale che raccolga le informazioni dei prodotti.
Urso ha evidenziato come, nel corso dei lavori, sia stato possibile tutelare le micro e piccole imprese del settore tessile tricolore, con alcune deroghe. «Il lavoro da parte del ministro delle imprese e del Made in Italy, a tutela delle micro e piccole imprese italiane così come di tutto il sistema manifatturiero tessile, abbigliamento e moda, rappresenta una tappa fondamentale nell’ambito del dibattito sulla legge europea sull’Ecodesign che vede politiche di tracciamento e progettazione del capo in ottica circolare e sostenibile (Dpp-Digital product passport)», ha spiegato a MFF Valeria Mangani, presidente di Sustainable fashion innovation society. «Siamo in un cambio epocale di tutto il sistema moda e nessun Paese è territorio manifatturiero come l’Italia, che da sola produce il 60% della moda venduta in Eu-ropa. Impossibile quindi pensare che possano valere per noi leggi uguali ad altri Paesi che non hanno un posizionamento forte come quello dell’Italia in questo segmento di mercato».