Ieri la Commissione di Bruxelles ha annunciato, a sorpresa, l’avvio di un pre-contenzioso contro Roma – articolo 258 del Tfue insieme a Portogallo e Lettonia – per scorretto recepimento della V Direttiva 2018/843. Secondo la Commissione, che ha tecnicamente notificato una «lettera di costituzione in mora», un aspetto della trasposizione della direttiva collide con i principi unionali in materia di servizi finanziari e del mercato interno dei capitali. In caso entro 60 giorni da parte del nostro Governo non ci saranno risposte esaustive, sarà avviata la procedura d’infrazione a tutti gli effetti, paradossalmente proprio in un ambito in cui la legislazione nazionale è considerata all’avanguardia in Europa. Nel frattempo, La riforma dell’antiriciclaggio Ue è pronta per il passaggio finale. Ieri il Parlamento europeo ha approvato i mandati negoziali per la riforma Ue in materia di antiriciclaggio e contrasto al finanziamento del terrorismo (Aml/Cft), mentre il Consiglio dell’Ue aveva definito la propria posizione negoziale già a dicembre 2022. Ora il processo di approvazione passerà nel trilogo, in cui parlamento, Consiglio e la Commissione europea troveranno un punto comune. Si ricorda, infine, che la sesta direttiva antiriciclaggio contiene disposizioni per gli stati membri sulla vigilanza e sulle unità di informazione finanziaria, nonché sull’accesso delle autorità competenti alle informazioni necessarie, ad esempio i registri della titolarità effettiva e i beni conservati nelle zone franche.
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