Si è consumato tutto nel volgere di pochissimo tempo e nell’ambito del neonato confronto social tra il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni e i suoi follower: prima la fuga in avanti sull’innalzamento della soglia a 60 euro per l’obbligo del POS e poi la precisazione che questo non è da considerarsi un dogma. Il passo indietro c’è stato quando la Premier ha affermato che tale soglia sia più che altro indicativa e che non sia impossibile ritoccarla verso il basso, ovvero, magari, verso quei 30 euro inizialmente emersi in una prima bozza del testo di bilancio. Fatto sta che con questa ammissione è stata confermata la trattativa in seno all’UE e che questa sia ben più profonda di quanto si lasci in realtà trasparire. Stando così le cose, ci sono tutte le premesse perchè il nuovo limite appena innalzato venga prontamente ribassato, magari ad una soglia di compromesso, e chissà proprio a quella dei 30 euro precedentemente indicata.
Una raccomandazione in tal senso era arrivata poi nei giorni scorsi, quando la Corte dei Conti – in linea proprio con le rilevazioni UE – aveva sottolineato che le norme sui POS non erano certo in linea con quanto previsto dal PNRR, ovvero con gli obiettivi di digitalizzazione e di contrasto all’evasione fiscale cui il nostro Paese si è impegnato a ottemperare.