di Riccardo Porta
E già finita l’euforia per la nuova industria finanziaria? La tecnofinanza è già nell’angolino? Le fintech non fanno più tendenza?
In borsa sono stati bruciati circa 300 miliardi di dollari dall’inizio dell’anno. E se si considerano le aziende non quotate si arriva ad oltre 500 miliardi (fonte dati: CB Insights).
Le preoccupazioni per l’aumento dei tassi di interesse, l’inflazione, i profitti in bilico e i modelli di business ancora poco maturi sono diventati zavorre, mentre l’economia globale si dirige verso una sempre più possibile recessione. Così gli investitori hanno preferito spostarsi su lidi più sicuri.
Il fintech si è riscoperto fragile. Aziende come PayPal, Block (già Square), Robinhood, Wise, hanno perso dal 40 al 60% del valore solo nei primi sette mesi dell’anno. E queste sono solo quelle più facili da monitorare (e tra le più solide).
Un’azione di PayPal, che rimane una delle l’aziende fintech a maggior capitalizzazione nel mondo, oggi viene scambiata poco sopra gli 80 dollari. E il suo market cap è ampiamente sotto i 100 miliardi.
Un crollo drammatico rispetto a un anno fa, quando le azioni volavano a 308 dollari e la capitalizzazione di mercato navigava sopra i 360 miliardi.
Klarna, che un anno fa valeva 46 miliardi di dollari, oggi ne vale poco più di 6 (-85%).
Il Politecnico rassicura: l’interesse degli utenti verso i servizi offerti da queste aziende, rimane un dato di fatto. Grazie, graziella e grazie al, dico io. Gli utenti amano tutto quello che è gratis. E la maggior parte delle fintech che hanno “proposperato” negli ultimi 2 anni, hanno offerto brillanti e innovative soluzioni a costo zero per gli utenti. La cosa non poteva andare avanti per molto, non c’era equilibrio, non c’era economia sana. Tutti se la prendevano con le banche, accusate di essere incapaci di gestire l’innovazione. Ma l’innovazione va gestita (leggi: monetizzata). Non siamo di fronte a un mercato impazzito: siamo di fronte a un normalissimo assestamento di business fatto di acquisizioni, aggregazioni e pugni in faccia. Lo sapevamo tutti, giusto?