Viviamo in un mondo sempre più digitalizzato.
Le distanze fisiche si accorciano, aumentano le connessioni tra le persone, l’accesso alle informazioni e ai servizi diventa più semplice e immediato, il mondo ci appare in generale più facile e alla portata, pieno di nuove opportunità fornite dalle recenti tecnologie digitali tanto offline quanto online.
Sarebbe bello che questo valesse per tutti. Ma nella realtà dei fatti ci sono tante eccezioni.
Eccezioni legate a divari di tipo fisico, la connessione purtroppo non arriva ancora ovunque; divari di ordine economico, spesso l’accesso a queste nuove tecnologie è legato alla possibilità di acquistare costosi device che non tutti i cittadini sono in grado di permettersi; divari dettati dall’educazione: non tutti abbiamo ricevuto un’educazione digitale che ci consente di sentirci a nostro agio con queste tecnologie; divari generazionali, considerando che l’alfabetizzazione digitale esclude determinate generazioni, in particolare quelle degli anziani.
Infatti, sono proprio gli anziani a subire maggiormente gli effetti di un percorso di digitalizzazione del Paese che in Italia fatica a dimostrarsi davvero inclusivo e democratico.
In Italia, gli over 65 sono quasi 14 milioni, ovvero il 22% della popolazione italiana.
Di questi, circa 1,2 milioni si definiscono isolati e privi di amicizie e di reti al di fuori della famiglia. Il rischio che restino esclusi dalla trasformazione digitale in atto e privati della possibilità di esercitare i loro diritti di cittadinanza digitale è drammaticamente elevato.
Il Consiglio Europeo invita gli Stati membri e la Commissione a rafforzare l’inclusione sociale e la solidarietà reciproca tra le generazioni, a includere l’invecchiamento in tutti i settori d’intervento e a coinvolgere gli anziani in tutti i processi decisionali che incidono sulla loro vita.
A proposito poi di “anziani nell’era della digitalizzazione”, il Consiglio ha adottato specifiche conclusioni secondo le quali si invitano gli Stati membri e la Commissione a garantire che la digitalizzazione, in particolare nei servizi sanitari, sociali e di assistenza a lungo termine, faciliti l’accesso ai servizi e al loro utilizzo, mantenendo nel contempo anche quelli non digitali.
In Italia sorgono così progetti, nati da partnership tra soggetti pubblici e privati, editori, società ICT e associazioni non profit, di inclusione digitale che mirano a fornire ai più anziani, in particolare quelli che vivono nei piccoli centri, strumenti, informazioni e competenze utili a consentire loro di vivere appieno il loro status di cittadini, anche nel nuovo ecosistema digitale.
Nello specifico, ad esempio, il programma di inclusione varato dall’AgId è quello di dotare gli anziani di tablet personalizzati (donati dalle aziende, nuovi o ricondizionati), aggiornati con tutte le app che consentono l’accesso ai servizi e alle attività più quotidiane e necessarie come leggere il giornale, fare la spesa, ordinare i farmaci, effettuare controlli o visite mediche, eccetera.
A completare il progetto un esercito di volontari pronto a mettere gli anziani nelle condizioni di utilizzare i tablet e le app, accompagnandoli e guidandoli in un rapido percorso di alfabetizzazione digitale.
Sono proprio questi progetti, incentivati il più possibile dagli enti pubblici come le Regioni e i Comuni, che permettono di combattere il sentimento di isolamento e di solitudine delle fasce più grandi della popolazione, stimolando e nutrendo un senso di solidarietà e di partecipazione attiva, indispensabile per far funzionare la cosa pubblica, anche nella cosiddetta era del digitale.