di Riccardo Porta
La Cina è l’unico grande Paese al mondo ad aver lanciato la versione digitale della moneta di Stato: i wallet di digital yuan hanno già superato i 260 milioni di unità (l’equivalente di un terzo della popolazione europea) e sono già stati fatti pagamenti per 8,8 miliardi di dollari. L’uso sta prendendo piede.
Lo sviluppo dello yuan digitale (e-CYN) preoccupa seriamente gli Stati Uniti d’America, dove crescono i timori che la valuta digitale di Pechino possa ridurre il ruolo globale del dollaro statunitense.
Tre senatori americani hanno presentato al Congresso una proposta di legge per introdurre il divieto ai grandi app stores – a partire da Google e Apple – di ospitare applicazioni che consentono di effettuare pagamenti attraverso lo yuan digitale. Il motivo? Privacy e sicurezza nazionale. Secondo i senatori, lo yuan digitale potrebbe fornire al governo cinese “la visibilità in tempo reale di tutte le transazioni sulla rete, ponendo problemi di riservatezza e sicurezza per gli americani che si uniscono a questa rete”.
L’iniziativa legislativa negli Usa arriva dopo che WeChat, applicazione di messaggistica e pagamento di proprietà della cinese Tencent con oltre 1,2 miliardi di utenti, ha annunciato che inizierà a supportare la valuta e-CNY. Anche Alipay, app di pagamento di proprietà di Ant Group, già accetta la valuta digitale cinese di Stato. Ed entrambi i software sono disponibili negli App Store di Apple e Google.
Sia l’Europa che gli Usa hanno messo in fase di studio una propria CBDC (Central Bank Digital Currency). Ma il progetto di euro digitale affidato a Bce, sempre che venga adottato, vedrà la luce fra 4-5 anni e il ritardo accumulato sarà decisamente troppo.
La Cina corre nel digitale e anche questo nuovo tentativo di embargo ne è la dimostrazione.