di Riccardo Porta
Non so fino a che punto possa essere una provocazione ma la recessione e l’inflazione a cui stiamo andando incontro andrà a colpire anche i BNPL. Non solo loro ovviamente ma visto che questi pagamenti sono sempre sulla bocca di tutti, è normale che se ne parli.
Due giorni fa, Sebastian Siemiatkowski, il CEO di Klarna, ha annunciato licenziamenti pari al 10% della forza lavoro; la società ha anche riportato perdite ante imposte per 250 milioni di dollari nei primi tre mesi dell’anno, triplicate rispetto agli 80 milioni di dollari dello stesso periodo dell’anno scorso.
“Quello che stiamo vedendo ora nel mondo non è temporaneo o di breve durata, e quindi dobbiamo agire”, ha detto il CEO in un videomessaggio ai suoi “Klarnauts”.
Il costo del denaro aumenta e il margine per le società di BNPL si assottiglia. Così come il business perché le persone non spendono più come prima. E chi aveva fatto grandi investimenti (anche in personale) ora sta facendo marcia indietro. Klarna è un colosso è ha saggiamente diversificato il suo business negli anni ma tanti altri BNPL sono destinati, se le parole profetiche di Sebastian Siemiatkowski si dovessero avverare, a una inevitabile concentrazione. Anche perchè gli investitori non sembrano più tanto caldi come un annetto fa.
Detto questo, onore al “nostro” Scalapay che con i suoi 497 milioni di dollari in finanziamenti di serie B raccolti a inizio anno, va avanti come treno.