La Fondazione IDH (Italian Digital Hub) ha presentato in Senato idee innovative per un turismo digitale, sostenibile e capace di valorizzare imprese e territori (col supporto della data economy)
Maurizio Pimpinella – presidente della Fondazione Italian Digital Hub: “E’ arrivato il momento di porre l’industria del turismo al centro della trasformazione digitale e del dibattito pubblico mettendo a sistema competenze, dati e una visione di lungo periodo perché questo settore sia in condizione di esprimersi e di attrarre investimenti e visitatori. Serve una visione lungimirante ed integrata dell’ecosistema e non replicare portali con spreco di risorse e fallimenti”.
Si è tenuto il 17 maggio alle 17 il convegno “Digitale e turismo: valore per il territorio e le imprese“, promosso dalla Fondazione Italian Digital Hub, presso la sala “Caduti di Nassiriya” di palazzo Madama del Senato della Repubblica.
Al dibattito, introdotto dalla presidente dell’Intergruppo, senatrice Urania Papatheu, con gli interventi introduttivi dei senatori Massimo Mallegni e Virginia Tiraboschi è stato moderato dal presidente della Fondazione Italian Digital Hub, Maurizio Pimpinella, hanno partecipato autorevoli esponenti del mondo del turismo e della tecnologia: Gabriele Milani – DG della Federazione Turismo Organizzato; Paolo Cuccia – Executive Chairman di Gambero Rosso e Artribune; Massimo Vaini – Presidente del Board Bitq; Giacomo Andreani – CEO Expirit; Giuseppe De Martino – General Manager dell’Hotel St Regis.
Nel corso dell’evento, il presidente della Fondazione IDH Maurizio Pimpinella ha evidenziato il ruolo cruciale che il turismo può svolgere per favorire l’inclusione digitali di imprese e cittadini, così come è stato per il progetto sui pagamenti elettronici. Per Pimpinella, infatti, il turismo è “l’industria dal più alto potenziale inclusivo dal punto di vista digitale, capace meglio di altre di valorizzare le comunità locali, sia perché altamente scalabile dalle tecnologie sia perché radicata e diffusa su tutto il territorio. Deve però essere messa in condizione di esprimersi e di attrarre investimenti e visitatori”
“E’ arrivato il momento di porre l’industria del turismo al centro della trasformazione digitale e del dibattito pubblico mettendo a sistema competenze, dati e una visione di lungo periodo perché sia in condizione di esprimersi e di attrarre investimenti e visitatori” – ha proseguito il presidente della Fondazione IDH
Secondo l’Osservatorio del Politecnico di Milano, nel 2021, il mercato del turismo digitale in Italia (online + offline) è cresciuto sia nella componente ricettiva (9,5 miliardi di euro, +73% sul 2020 e vicina ai 10,3 miliardi del 2019) che in quella dei trasporti (8,5 miliardi, +33% sul 2020 ma ancora lontana dai 18 miliardi pre-Covid). In questo scenario, anche le transazioni digitali hanno dimostrato una netta ripresa, raggiungendo gli 11,1 miliardi di euro (+55% sul 2020), nonostante il valore complessivo segni ancora un -32% rispetto al 2019.
Come affermato dall’Ing. Paolo Cuccia nel corso del suo intervento “Gli aspetti fondanti della rinnovata attenzione del Governo italiano di dare al Paese una strategia che riporti l’Italia nelle posizioni di vetta nella classifica delle Destinazioni-Paese necessità di un approccio sistemico. Già oggi, infatti, la dimensione dei dati disponibili, dei siti e delle application prodotti da soggetti pubblici e privati è immensa. Ciò non sorprende in un Paese come il nostro depositario della più ampia biodiversità agroalimentare, del più grande giacimento di beni culturali e di un sistema produttivo caratterizzato da un deciso imprinting alla creatività”
“Il digitale e la pandemia rappresentano due driver di cambiamento che hanno sconvolto e continuano a modificare scenari e paradigmi su cui si basa e agisce il settore del turismo” – ha affermato il dott. Gabriele Milani DG di FTO – “Lo sviluppo turistico e quello dei territori vanno naturalmente a braccetto – ha aggiunto Milani – ma per raccogliere la sfida di una crescita armonica e sostenibile è indispensabile la collaborazione tra istituzioni, politica, imprese e cittadini. Il turismo deve portare valore e benefici ai residenti in termini di trasporti, servizi, sicurezza, qualità della vita. E il digitale può aiutare. Inoltre, serve sempre maggiore attenzione alla sostenibilità intesa non solo come impatto ambientale ma anche sociale ed economico”.
Per il dott. Massimo Vaini “l’industria del turismo necessità di una profonda trasformazione digitale dei processi e dei servizi di promozione. La frammentazione dell’offerta, la mancanza di interoperabilità dei sistemi informativi, la non adeguata formazione degli operatori costituiscono un freno sostanziale allo sviluppo. Partendo dagli standard e dai processi, attraverso l’interoperabilità dei sistemi informativi e grazie al data sharing si costituisca un ecosistema digitale dove tutti gli attori possano contribuire con i loro dati alla composizione di un sistema che fornisca al turista informazioni garantite e di qualità prima durante e dopo il viaggio”.
Gestione e valorizzazione di dati interoperabili e il superamento della frammentazione di questo settore strategico sono quindi gli aspetti principali da sostenere emersi nel corso del dibattito anche come valore per favorire il sostengo ai territori e l’inclusione delle comunità che li abitano.
Il dott. Giacomo Andreani ha tenuto a sottolineare che “Una destinazione è un luogo in cui si realizza con consapevolezza, visione e strategia l’interazione tra i fattori di attrattiva disponibili e la clientela obiettivo. L’accettazione di questa affermazione implica la necessità e l’urgenza per i territori italiani di investire nel digitale, vero e proprio habitat che permette lo sviluppo di relazioni”.
“I passaggi da cui l’industria del turismo italiana non può prescindere” – conclude Pimpinella – sono due: il primo è una visione lungimirante ed integrata dell’ecosistema; il secondo è collegare le imprese, i territori e gli individui agli hub digitali del turismo utilizzando i fondi messi a disposizione dal PNRR integrandoli in maniera interoperabile con una banca dati nazionale, e non replicando i portali con sperpero di risorse.”