La fintech ha condotto un’analisi sulle società di capitali nate da meno di cinque anni, che secondo i modelli di rischio tradizionali sarebbero più soggette all’insolvenza. Grazie a indicatori dinamici, Banca AideXa ha dimostrato invece la loro affidabilità e capacità di crescita.
Più merito ma minore accesso al credito. È lo scenario che ha tracciato Banca AideXa analizzando l’accesso ai finanziamenti da parte delle piccole e medie imprese con una storia compresa fra i due e cinque anni.
Dalla ricerca emerge che i modelli di rischio tradizionali tendono a penalizzare in modo significativo le società giovani quando accedono al credito, poiché sono considerate il 20% più a rischio di insolvenza rispetto a quelle con più di cinque anni di vita.
AideXa, invece, grazie all’adozione di un modello di scoring innovativo e proprietario, ha rilevato le giovani società di capitali più dinamiche hanno un rischio di insolvenza minore del 5%: il nuovo approccio valutativo di Banca AideXa riesce infatti a cogliere il maggior dinamismo di queste imprese dal punto di vista del fatturato e del flusso di cassa. Con l’approccio transazionale di Banca AideXa (così definibile perché prende in considerazione aspetti dinamici dell’azienda, come le transazioni), che fa leva su Open Banking e la normativa europea PSD2 per analizzare i flussi di cassa in tempo reale, è possibile individuare come le giovani società di capitali abbiano una crescita di fatturato del 16% maggiore rispetto alle imprese nate da più tempo. Non solo: anche il flusso di cassa medio, che indica la liquidità di cui dispone l’azienda, risulta maggiore.
Il flusso di cassa è proprio uno degli indicatori dinamici con cui Banca AideXa valuta il rischio di insolvenza delle imprese, differenziandosi dai più comuni e rigidi indicatori, come, per esempio, l’analisi del bilancio. Parametri, questi ultimi, che sono presi in considerazione dalle banche tradizionali per valutare il merito di accesso al credito, ma si tratta di un metodo che spesso tende ad avvantaggiare soltanto le imprese di lungo corso, a scapito di quelle con una storia creditizia recente, che per questo motivo si vedono precluso l’accesso al credito.
Il modello di scoring che rende possibile questa valorizzazione delle società giovani si chiama X Score, l’algoritmo di Banca AideXa che, basandosi sull’Open Banking e la normativa PSD2, riesce a definire un quadro dettagliato e aggiornato del reale stato di salute di un’impresa e a premiarne dunque il merito quando realmente opportuno. “Questa analisi ci aiuta a smantellare quei pregiudizi comuni alla maggior parte degli istituti creditizi che pensano che più una realtà sia piccola e nata da poco, più sia instabile. Con Banca AideXa ci siamo mossi in direzione opposta, indirizzando ogni sforzo su una comprensione dell’azienda il più dettagliata e aderente alla realtà possibile, valutandone il reale merito al di là della sua anzianità e dimensione”, ha dichiarato Walter Rizzi, Chief Data & Customer Engagement Officer di Banca AideXa.
In conclusione, i dati emersi fanno luce su una situazione creditizia italiana che merita sicuramente attenzione e azioni correttive e dimostrano come l’approccio innovativo di Banca AideXa sia un primo passo in questa direzione. Grazie al cambio di prospettiva nella valutazione del merito e a maggiori informazioni messe a disposizione dall’analisi di dati attraverso un algoritmo proprietario, Banca AideXa è in grado di stimare al ribasso la rischiosità delle giovani PMI, migliorarne in modo significativo l’accesso ai finanziamenti e supportare concretamente le loro iniziative imprenditoriali.