Roma – L’Italia deve recuperare i ritardi nel campo della cybersicurezza, considerando le spese, pubbliche e private in questo campo, come un investimento. E’ quanto emerge dalla V conferenza nazionale, promossa dall’Inps, su “Cybersecurity: stato dell’arte, sistemi di difesa e resilienza”, collegato al Master in Competenze digitali per la Protezione dei Dati, la Cybersecurity e la Privacy della Università degli Studi di Roma Tor Vergata.
Il presidente Inps, Pasquale Tridico, sottolinea che “è sempre più importante considerare la spesa per la sicurezza come un investimento e non un costo, come avviene anche in sanità”. L’Inps stesso “gestisce un patrimonio enorme di dati, il più grande del Paese, uno dei più grandi in Europa”, disponendo dei dati del 90% degli italiani: “li vogliamo gestire in modo irreprensibile e rispettoso della privacy”, assicura.
Per Tridico come Paese “avremmo dovuto investire in sicurezza già in passato, questo è un momento proficuo, anche grazie al Pnrr, per recuperare il gap che abbiamo rispetto ad altri Paesi come la Francia e la Germania”. Anche la guerra in Ucraina indica la “necessità di coprirsi da attacchi provenienti dai teatri di guerra, il governo ha una strategia importante e da ultimo si è dotato dell’Agenzia della sicurezza”, conclude.
Massimiliano d’Angelo, responsabile Security INPS, fa notare che i servizi erogati dall’Istituto “sono indirizzati ad una tipologia variegata di utenti. Abbiamo quindi la responsabilità di erogare servizi semplici, rendendo la componente sicurezza un elemento di trasparenza. Il nostro investimento- conclude- è indirizzato a rendere sempre più semplici e immediatamente fruibili i servizi”.
Sul fronte politico Angelo Tofalo, già sottosegretario alla Difesa, evidenzia che “la sicurezza è un bene comune e va inteso come un investimento. Abbiamo spinto molto e speriamo di poter riuscire a defiscalizzare gli investimenti delle aziende- sottolinea- perché il pubblico c’è, ma va coinvolto anche il settore privato”. Infine Tofalo osserva che “la vera sfida è il modello democratico che vogliamo per la presente e prossima società digitale”.
Per il Prorettore vicario della Università di Roma Tor Vergata Nathan Levialdi è strategico il confronto di oggi tra gli operatori nell’ottica di “prevedere e stimolare iniziative di medio e lungo termine per essere sempre pronti di fronte alle minacce e fronteggiare gli attacchi”. Per il professore “serve un approccio multidisciplinare, che comprenda proposte formative e di ricerca”.
Gianluca Galasso dell’Agenzia nazionale di cybersicurezza sottolinea che questa realtà nasce “con un grave ritardo rispetto ad altri paesi, per raccogliere la sfida di creare un Paese resiliente, prevenire gli attacchi e limitare gli effetti di quelli che colpiscono gli obiettivi. L’intero Paese- prosegue- è impegnato in una corsa a supporto del pubblico e del privato per prevenire le minacce”.
Per raggiungere questo obiettivo, conclude Galasso, il Pnrr rappresenta una “occasione epocale che non può essere sprecata, grazie allo stanziamento di 623 milioni di euro“.
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