Il nuovo “mondo” disintermediato e decentralizzato
di Maurizio Pimpinella
E’ iniziato l’assalto al mondo phygital. No, non si tratta di nuovi “bucanieri” digitali nati dalla penna di Robert Louis Stevenson o che imitano le gesta di Errol Flynn e Jack Sparrow. Tuttavia, è innegabile che big tech, imprese e professionisti siano tutti orientati verso lo sbarco nel Metaverso, la nuova “isola del tesoro” dalle potenziali infinite risorse.
Trattandosi di un ambiente virtuale, i limiti di questo contesto sono sostanzialmente solo quelli dell’immaginazione con il potenziale di ridefinire i paradigmi anche della vita reale. I progetti si moltiplicano (tanto che, ad esempio, l’Arabia Saudita sta proponendo anche il pellegrinaggio alla Mecca sul metaverso) ma non lasciamoci ingannare dai tanti progressi fatti: la vera “immersività” deve ancora arrivare anche se già oggi è lecito anticipare le implicazioni studiando il metaverso.
È quello che, ad esempio, sta iniziando a fare l’Unione Europea che, in ottemperanza alla sua natura regolatrice, ha già intenzione di realizzare un corpus legislativo sul metaverso e sulle riverberazioni che i rapporti al suo interno hanno sul mondo reale. Di recente, il Commissario alla concorrenza UE Margrethe Vestager ha affermato che “il metaverso è già qui. Quindi, ovviamente, inizieremo ad analizzare quale dev’essere il ruolo del regolatore e del legislatore”.
Niente di più difficile, se ci pensiamo. Se ci sono voluti anni per stabilire una sorta di webtax in ambito OCSE, anche a causa della natura aterritoriale dei servizi offerti dalle compagnie digitali, immaginiamo solo cosa possa essere realizzare una normativa coerente, e possibilmente generale, per un ambiente che travalica addirittura i confini della fisicità.
Per fare un esempio, le eventuali compagnie che hanno sede nel metaverso a chi pagano le tasse per i servizi offerti? In base a quale normativa si tutelano i dati degli utenti e delle imprese? Quali norme di cyber security valgono? Domande che non hanno una risposta necessariamente scontata. Le implicazioni e le applicazioni sono talmente tante che realizzare la normativa potrebbe rivelarsi un’impresa titanica destinata persino a crescere se si pensa che secondo Emergen Research, in ballo c’è un tesoretto che nel 2028 raggiungerà 828,95 miliardi di dollari, con un tasso di crescita annuo delle entrate del 43,3%, tra il 2021-2028.
In un tale contesto, il ricorso alla blockchain sarà potenzialmente massivo, ciò vuol dire per che questa tecnologia potrebbe veramente arrivare la “primavera”. Ma il momento di massimo splendore potrebbe essere anche quello in cui sarà massima la decentralizzazione e la disintermediazione? Si tratta di una partita cruciale.
Mettere d’accordo un mondo nuovo, nato come estensione di quello “vecchio” ma anche ad esso indipendente, con le regole che governano il secondo sarà una sfida che compete agli organi legislativi di tutto il mondo. Anche perché il metaverso, ancora più di internet, potrebbe non solo essere la nuova rivoluzione tecnologica che accompagna quella della blockchain, ma anche lo strumento in cui e attraverso il quale si può realizzare una vera e propria comunità sovra e trans nazionale da tanti a lungo desiderata.