Nel primo workshop di questa intensa settimana, in cui oggi tra l’altro avrà luogo lo straordinario evento del confronto con i consiglieri dell’associazione alle ore 12 che vi invito a seguire, siamo tornati a confrontarci con il mondo delle “tracce digitali” stavolta utilizzate come strumento di supporto dell’onboarding, dell’antifrode, del KYC e del credit score.
Ne abbiamo parlato con Paolo Mardegan – COO di Fido, una delle realtà più innovative a livello internazionale in questo ambito.
Nel mondo digitale, infatti, tutti noi lasciamo delle tracce, frutto delle nostre preferenze, scelte, dei siti che visitiamo e delle app che scarichiamo. Per un’azienda la possibilità di “leggere” al meglio i dati che gli mettiamo a disposizione, così da riuscire ad offrire servizi efficienti e mirati.
Gli “alternative data” ossia i dati provenienti da fonti non tradizionali, non attinenti al mercato e complementari rispetto ai dati di valutazione classici della finanza, stanno conquistando rapidamente il consenso del fintech a livello internazionale.
Parliamo di un mercato che ha raggiunto un giro di 1,7 miliardi di dollari nel 2020 e raddoppierà di valore ogni anno.
Ma cosa si intende esattamente con l’espressione digital footprints (o alternative data)?
Sono le informazioni “soft” che si possono inferire nel momento in cui ciascuno di noi completa un form su una pagina web: la velocità con cui ci si sta collegando in rete, il modello, l’età ed il valore commerciale del device che si sta utilizzando, il tipo di email che si lascia (gratuita o aziendale), se il numero di telefono mobile inserito sia attivo e valido, l’orario in cui ci si collega, la cella da cui si effettua la connessione…
Tutte queste informazioni – che devono essere raccolte nel pieno rispetto della privacy – forniscono un data set di elementi unici, pertinenti e rilevanti per valutare la qualità di un prospect e permettono ai brand di acquisire notevoli insights sui propri lead, migliorare e rendere più efficace la propria attività di web acquisition, ottimizzare l’attività di convertion dei propri call center o strutture commerciali, etc..
In questo contesto, Fido (www.fido.id) ha sviluppato – grazie a un sistema di tracciamento proprietario e brevettato – una soluzione che raccoglie, nel pieno rispetto della privacy oltre 200 segnali digitali e riesce in pochissimi secondi a fornire uno score sulla base della presenza e dell’assenza dei segnali e sulla qualità stessa dei segnali.
L’utilizzo intelligente e nel rispetto della privacy dei dati consenziati degli utenti potrà permettere di aumentare l’inclusività sociale di giovani, inoccupati ed extracomunitari non sono facilmente valutabili dai normali strumenti utilizzati per valutare la qualità di un prospect.
Il tema dell’inclusività sociale è molto sentito in questo periodo storico di grandi cambiamenti; Banca Italia ne ha fatto la traccia della sua ultima call for proposal.