I 7 paesi guida per l’economia mondiale hanno stabilito i principi generali cui devono sottostare le valute digitali, ad iniziare da quelle gestire dalle banche centrali. Il principio general è quello che la nuova valuta debba essere un supporto e non un aggravio alla stabilità monetaria e finanziaria. Per quanto riguarda il resto, i 7 paesi hanno redatto 13 linee guida.
Nel dettaglio, i 13 principi che il G7 sostiene sono:
stabilità monetaria e finanziaria; framework legale e di governance; data privacy; resilienza nel funzionamento e cybersecurity; concorrenza (coesistenza con altri mezzi di pagamento in un ambiente aperto); mitigazione del rischio di impiego per scopi illeciti; controllo del rischio di spillover (effetti negativi sul sistema finanziario e monetario internazionale); energia e ambiente (uso efficiente delle infrastrutture per generare le valute digitali in modo da nono rallentare il raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione); supporto dell’innovazione digitale responsabile; inclusione finanziaria (ampliamento dell’accesso ai servizi di pagamento); pagamenti da e per gli enti pubblici all’insegna di trasparenza, economicità e sicurezza; funzionalità cross-border (interoperabilità); sviluppo internazionale (supporto alla creazione di valute digitali di altri Paesi nel rispetto delle politiche pubbliche di tutte le parti).
Non solo CBDC. A proposito delle stablecoin private, queste possono essere ammesse ma devono rientrare in un preciso schema di controllo e sicurezza. Potenzialmente, quindi, anche la DIEM di Facebook potrebbe essere ammessa al commercio, politicamente magari in uno scambio di tecnologie e know how al fine di contrastare il e-Renminbi cinese.